STATALE 106: PROBLEMA DI INCOLUMITÀ PUBBLICA

CARIATI – Statale 106: “Ogni intervento dell’Anas, successivo alle stragi della strada, non solo non produce sicurezza, ma inasprisce le condizioni di un’arteria che è tra le 5 più pericolose d’Italia”. Parola di un noto tecnico cariatese e di diversi cittadini che, più volte al giorno, percorrono il tratto della pomposa E90 in direzione sud, verso Crotone. Siamo all’estrema periferia dell’abitato, in contrada Petraro. Qui, esattamente un mese fa, persero la vita tre ragazzi, le prime vittime dell’anno a cui continuano ad aggiungersi altri, troppi morti. L’incidente provocò un moto di rabbia collettiva senza eguali, accolto dai soliti politici, scatenando una ridda di polemiche non ancora placate. Intanto l’ente gestore della strada, per l’appunto l’Anas, giusto, forse, per rabbonire l’indignazione popolare, provvede a “mettere in sicurezza” quella porzione di statale: un lungo guard – rail che si snoda nel curvone della morte. Ma non sembra che il problema della incolumità pubblica sia stato risolto. Anzi, semmai la prevenzione dei sinistri pare avere segnato un decisiva involuzione: le barriere protettive hanno occupato la sede naturale del tracciato, restringendo, di fatto, la carreggiata, sicché procedere a piedi, o in bici, e, comunque, muoversi con mezzi diversi da quelli a motore, è un azzardo. Eppure siamo in uno spazio trafficatissimo che immette nella zona industriale da cui autoveicoli pesanti vanno e vengono per tutto il giorno. “Io sono solito andare al lavoro a piedi – dice il signor Pietro – ma da quando hanno messo quei guard – rail ho paura. I camion e le auto ti passano a pochi centimetri e se provi ad andare in bicicletta devi avere un gran senso di irresponsabilità. Per non parlare del passaggio contemporaneo di due veicoli nei sensi opposti: meglio rinunciare e fare il giro per i boschi”. Siamo andati a verificare, ed in effetti, proprio nel punto ove un mazzo di fiori ricorda il martirio delle tre giovani vite spezzate, la corsia sembra restringersi, e la strozzatura prosegue per un centinaio di metri. “Ci chiediamo come mai l’Anas, che è proprietaria anche delle aree parallele alla statale – dice il tecnico – non abbia pensato a far “indietreggiare” le barriere protettive, ampliando lo spazio di circolazione pedonale su ambo i lati. È vergognoso impedire alla gente anche una semplice passeggiata: sulla 106, da un paio di settimane, giusto per non farci mancare niente, non si muore solo in automobile”.

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