Sinodo dei giovani.

Continua ad essere rivolta ai giovani l’attenzione della chiesa locale che celebra quest’anno, in coincidenza con l’anno della fede, la seconda tappa verso il sinodo dei giovani, programmato per l’anno venturo. In tale prospettiva, non sfugge all’attenzione della diocesi e della sua guida, il vescovo Santo Marcianò, quanto accade in uno dei luoghi più vissuti dall’universo giovanile: la scuola. Difatti, nel numero in distribuzione da qualche giorno della testata diocesana Camminare Insieme si offrono, con l’editoriale di un esperto di temi educativi e religiosi, alcune considerazioni generali ma importanti, appunto, sulla scuola da poco avviata. Il direttore Antonio Capano Di seguito ne proponiamo il testo. In questi giorni sta ricominciando la scuola. Con l’ormai consueta scansione – prima alcune Regioni, poi altre – allievi dalle primarie alle superiori tornano in classe per cominciare quella che, in fondo, si propone ogni volta come una straordinaria avventura. La campanella delle lezioni apre un mondo, nel quale per mesi si avvicenderanno bambini, ragazzi, adulti. Persone e relazioni che lasceranno il segno, nel bene e nel male, come è facile confermare guardando all’esperienza di ciascuno. E proprio l’importanza di questa esperienza fa guardare con una certa trepidazione al suo nuovo inizio, ogni anno. La trepidazione degli allievi, unita a quella predisposizione spesso entusiasta al nuovo, all’incontro, al futuro, che solitamente caratterizza il vissuto di ragazzi e ragazze, piccoli e grandi. È una condizione per incamminarsi insieme ed è una risorsa indispensabile da giocare proprio nella scuola, dove piano piano le esperienze guidate aiutano a diventare grandi e a misurare la realtà e se stessi, scoprendone i confini, i limiti, da accostare alle potenzialità. C’è poi la trepidazione degli adulti, genitori e insegnanti, che nella scuola mettono in gioco se stessi. I primi, i genitori, accompagnando soprattutto i più piccoli, “affidandoli” ad altri, con la preoccupazione che si può avere quando si capisce di lasciare un ambiente protetto per un altro più esposto ai venti, la preoccupazione di misurare anche se stessi e la propria capacità educativa nella dialettica inevitabile con altri adulti significativi, col gruppo dei pari, con altre famiglie. La trepidazione degli insegnanti è forse quella cui si pensa di meno. Eppure proprio i docenti, dalle primissime classi in poi, sentono probabilmente in modo più consapevole la straordinaria posta in gioco nell’attività scolastica, la responsabilità richiesta dal compito, pure molto diversificato, di “accompagnamento” dei propri allievi. Fuori dai luoghi comuni poco lusinghieri sul lavoro scolastico, sono tanti, tantissimi gli insegnanti che continuano a interpretare il proprio ruolo con curata professionalità e dedizione, talora in condizioni operative davvero al limite. E qui viene da fare considerazioni un po’ più prosaiche su un inizio di anno scolastico che presenta, come è consuetudine, più problemi che certezze: dalla copertura delle cattedre alla cronica mancanza di risorse per le manutenzioni, l’edilizia… Una lista di guai che ben si conoscono. Durante l’estate spesso la scuola è stata al centro dell’attenzione. Molte sono state le dichiarazioni e le prese di posizione del ministero che vorrebbe porre le condizioni per un sistema rinnovato e migliore. Un sistema che ha bisogno in particolare d’investimenti economici e di fiducia, anche e forse soprattutto in questo tempo di crisi globale, che mette a dura prova l’intera società. Alberto Campoleoni

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