La terra trema ancora. Le ultime due scosse le abbiamo sentite stamattina, e ogni volta ci chiediamo: quanto durerà? E soprattutto: se qui, a 80 chilometri di distanza da Amatrice la sentiamo così forte, cosa proveranno laggiù, fra tende, macerie, ruspe, soccorritori e nuovi crolli?
Il pensiero delle persone normali va proprio a loro: vittime e soccorritori, con affetto e partecipazione per i primi e con affetto, partecipazione e riconoscenza per i secondi.
Ma mica tutti siamo normali. Per rendersene conto basta fare qualche giro sui social network, dove si trova la conferma di quanto numerosa sia la prole della famosa mamma degli imbecilli, che oramai proprio nei social network ha preso residenza e da lì spande con profusione le sue perle di presunta saggezza.
Il repertorio è vasto e diversificato: i primi della lista sono quelli contro il governo che sempre, qualunque cosa faccia, comunque sbaglia. I miei ventiquattro lettori lo sanno che su Matteo Renzi e sulla sua politica nutro non poche perplessità; ma da qui a dargli addosso “a prescindere” ce ne corre. Renzi va a visitare le zone terremotate ed abbraccia sopravvissuti e soccorritori, ed ecco che certi suoi avversari gridano alla passerella elettorale. Ma cosa avrebbero detto se non ci fosse andato? Lo si scopre facilmente perché, effettivamente, secondo qualcuno non c’è proprio andato: un certo Geremia Galloni ha scritto: “E Renzi che fa? Se ne va in crociera a fare propaganda per il sì. Sciacallo”.
Poi ci sono i dietrologi, e quelli ti fanno davvero cadere le braccia. Il famoso (o famigerato, dipende dai punti di vista) cantante Giuseppe Povia pubblica una sua multiforme e articolata serie di teorie sulla causa dei terremoti: dapprima ipotizza che sette miliardi di persone che camminano sul pianeta possono avere una certa influenza; poi allude a non meglio specificati esperimenti nucleari (dimenticando che sono banditi da decenni e che solo la Corea del Nord ne ha fatto un paio, ma poco più che petardi, e svariati mesi fa) e infine insinua che anche 1000 metri sotto l’Aquila si fanno degli esperimenti. In realtà un centro di ricerche, peraltro aperto ai visitatori, è stato scavato all’interno del Gran Sasso, non sotto l’Aquila, e là non si fa che cercare di individuare particelle subatomiche che arrivano dallo spazio: un’attività pericolosa più o meno quanto il fare bolle di sapone soffiando in una cannuccia.
Non potevano mancare i difensori della fede, secondo i quali il terremoto è la punizione divina per la legge sulle unioni civili: secondo loro Gesù avrebbe punito gli italiani (colpendo piuttosto a casaccio, ma tant’è) per aver legittimato una cosa tanto blasfema. Meno male, viene da pensare, che Gesù predicava il perdono, la giustizia e la misericordia.
Non poteva mancare nemmeno il complottista, quello che se la prende con gli americani, meglio se ebrei, ai quali, senza uno straccio di motivazione e adducendo come prova (!) la modesta profondità dell’epicentro, attribuisce la responsabilità di tutti i terremoti di casa nostra, da L’Aquila in poi.
E infine, dulcis in fundo, ecco le grida di quelli che “basta con gli immigrati, pensiamo ai terremotati”. A costoro replica, nel più nobile e toccante dei modi, Luca del Beato, un cittadino di Amatrice: e la sua risposta fa giustizia di tutta la stupidità, la miseria, lo squallore e l’ignoranza dei tanti che, sempre e comunque, non sanno fare altro che cercare qualche buona scusa per alimentare il proprio livore.
Sì, la mamma degli imbecilli è sempre incinta, ma rincuoriamoci. Tanti, tantissimi italiani nascono da altre, ben più ragionevoli e soprattutto amorevoli mamme. Volontari, Forze Armate, Croce Rossa, Vigili del Fuoco e Protezione Civile, e i tanti che donano quello che possono, e magari anche di più, ne sono la splendida, confortante e commovente dimostrazione.
Giuseppe Riccardo Festa
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