RIFIUTI E DISCARICA TRA PROVOCAZIONI E PROTESTE

La telenovela dei rifiuti e della discarica di Scala Coeli continua e si arricchisce di nuovi, ingarbugliati capitoli, per una regia occulta che ha reclutato protagonisti e comparse fra sindaci, associazioni, comitati, dipartimenti ed assessori regionali: il fior fiore della commedia alla calabrese. Ma l’interpretazione dei nostri attori lascia il tempo che trova. Restiamo alla cronaca della puntata. Questa mattina, i sindaci del Basso Jonio, cavalieri senza macchia e senza paura a difesa dell’ambiente, incontrano il commissario delegato all’emergenza rifiuti, Vincenzo Speranza. Ma forse è vero, con facile giuoco di parole, che chi di “Speranza” vive disperato muore, perché la monnezza, scaduta l’autorizzazione a conferire indirettamente a Cassano Allo Jonio, dovrà essere scaricata presso l’impianto di trattamento rossanese di Bucita. Lo stabilisce un’ordinanza commissariale che autorizza in tal senso i comuni di Cariati, Crosia, Spezzano Albanese, Calopezzati, Caloveto, Campana, Cropalati, Mandatoriccio, Morano, Paludi, Pietrapaola, San Basile, San Cosmo Albanese, San Dementrio C., San Giorgio Alb., Santa Sofia D’Epiro, Scala Coeli, Terravecchia, Vaccarizzo Albanese Mottafollone, Sant’Agata d’Esaro, Acquaformosa, Castrovillari, Civita, Lungro, Firmo e Frascineto. Ed ecco il colpo di scena (come riferiamo ampiamente in altra parte del giornale): il sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti, requisisce la discarica di Bucita. La suspense non ha mai fine e tiene col fiato sospeso i cittadini invasi dalla spazzatura. Difatti la società Bieco (proprietaria dell’impianto di Scala Coeli), considerato che il “vero ed unico problema nel governo dell’emergenza rifiuti in Calabria, ed in questo territorio, è rappresentato dalla presenza di un investimento privato, oggi messo a serio rischio da una vergognosa ed irresponsabile campagna diffamatoria”, non ha alcuna remora e rilancia: “Pur di contribuire a risolvere la gravissima situazione di stallo ed indecisionismo, siamo pronti a cedere al tante volte invocato sistema pubblico la nostra discarica (autorizzata, realizzata e collaudata) nel territorio di Scala Coeli”. Bieco stigmatizza una “scientifica campagna di odio contro il management di questa società, e contro l’iniziativa imprenditoriale in generale, che persevera senza soste e senza alcuna misurazione delle proprie dichiarazioni, verbali e scritte, sulla stampa e sul web”. Ed in effetti, come rileva la società attraverso un comunicato stampa, “la reiterazione di un teorema accusatorio fondato solo ed esclusivamente sul pregiudizio, sul sospetto, sull’ingiuria e sulla diffamazione come unica arma del confronto pubblico, non conosce alcun freno, e si rivolge quotidianamente in assalti poco ortodossi a danno dei titolari, dei dipendenti e dell’intero gruppo aziendale”. Per i vertici aziendali, è assai grave “dover subire ogni giorno attacchi barbari ed ingiustificati, carichi di un’aggressione verbale inaudita, da parte di quanti dovrebbero interpretare, forse in modo più sobrio e confacente alle proprie responsabilità istituzionali, il senso ed il ruolo di governo o la rappresentanza del territorio in tutte le sue espressioni, esigenze e aspettative”. Qualche sindaco, e qualche “singolo esagitato rappresentante di se stesso”, continua a formalizzare “riunioni su riunioni, a presentare documenti su documenti, accusatori e di mera protesta, privi di qualsiasi indicazione di soluzioni concrete e nei quali l’unico minimo comune denominatore resta l’attacco senza mezzi termini al privato. L’equazione indegna è che laddove c’è intraprendenza ed investimento, lì si anniderebbe, per principio, il crimine, il malaffare e la violenza al territorio”. Il clima, al quale si assiste ormai da mesi è, purtroppo, “di disinformazione, di terrorismo psicologico e di vero e proprio inquinamento morale”. La discarica di Scala Coeli, fa sapere la Bieco, è provvista “di tutte le autorizzazioni prescritte dalle leggi sulla base delle quali, non per arbitrio né per abuso di nessuno, la stessa è stata realizzata con notevole investimento di risorse economiche e con aspettative occupazionali oggi seriamente ipotecate”. Il vezzo di vestire i panni degli ambientalisti tout – court, sta originando una penosa e dannosa atmosfera da caccia alle streghe, nella quale gli interessi reali delle popolazioni e di un intero territorio giocano, paradossalmente, un ruolo marginale rispetto ai sistematici diktat ideologici e demagogici di una decina o poco meno di studenti non più tanto giovani, divenuti l’unico punto di riferimento di qualche sindaco o di qualche rappresentante in Parlamento”. Il riferimento à al deputato del Pd Franco Laratta che, recatosi sul sito della discarica l’altro ieri, aveva rilasciato dichiarazioni lontane dalla realtà, sicuramente determinate dalla corsa al seggio di Montecitorio. Siamo dinanzi ad un territorio – spiega la nota di Bieco – che oggi, più di altri, subisce le conseguenze storiche di una evidente mancata attenzione istituzionale e di una mancata programmazione pubblica rispetto al ciclo integrato dei rifiuti. E se viene ripetutamente invocata l’estromissione dei privati a vantaggio del sistema pubblico, allora non può di certo apparire provocatorio, come sincero contributo alla soluzione di tutti i problemi di questa zona, proporre di cedere quanto realizzato a Scala Coeli ai rappresentanti locali di quello stesso sistema pubblico dal quale, forse, deriva anche l’attuale crisi dei rifiuti”.

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