La sanità in Calabria è in una situazione pessima, dopo anni di sperperi oggi si attua un piano di rientro scellerato che mette definitivamente in ginocchio il diritto di questa parte di Calabria alla cura medica

LE LAMPARE – CARIATI. La sanità in Calabria è in una situazione pessima, dopo anni di sperperi oggi si attua un piano di rientro scellerato che mette definitivamente in ginocchio il diritto di questa parte di Calabria alla cura medica come garantito dall’art. 32 della nostra Costituzione. ECCO IL “POTENZIAMENTO” DELL’OSPEDALE DI CARIATI! ASP Cosenza: Delibera n. 4100 del 29 dicembre 2011 Oggetto: Riconversione PP.OO. Praia a Mare, Trebisacce, Cariati, Lungro e Mormanno. Con la delibera n. 4100 del 29 Dicembre 2009 il Direttore Generale dell’ASP di Cosenza decreta la chiusura del P.O. di Cariati attraverso la trasformazione del Pronto Soccorso in Punto di Primo Intervento con contestuale abolizione dei servizi di pronta disponibilità della UO di Radiologia e di Laboratorio di Patologia Clinica dalle ore 14 alle ore 8 del mattino successivo. Nel PPI, senza il supporto della Radiologia e del Laboratorio di analisi opereranno i 6 medici dirigenti che con i 10 collaboratori professionali infermieri, stando a quanto stabilito dal dott. G Scarpelli, con la sola imposizione delle mani, in un contesto in cui insiste una sola ambulanza di 118, provvederanno ad erogare, in quelle ore, i LEA ( livelli essenziali di assistenza) in EMERGENZA-URGENZA (fonte Cariati web) In questa guerra tra poveri, l’ospedale di Trebisacce che riversava nella nostra stessa situazione avrà,in un quadro che rimane d’insufficienza di servizio, in più qualcosa,in particolare, si fa riferimento all’elisoccorso, al probabile potenziamento del PPI e al reparto di Geriatria(contentino rifilato a Cariati dopo la prima manifestazione di protesta del 2009,anche quelle promesse rimaste tali,nonostante la firma del prefetto e quant’altro…). Questa delibera provvisoria è sicuramente l’anticamera di una chiusura definitiva. Inoltre, si aspettava con aria di ottimismo quasi, l’esito del ricorso al TAR presentato dal Comune di Cariati, contro il piano di rientro adottato dal direttore generale dell’ASP Scarpelli e dal commissario alla sanità Scoppelliti; anche questa possibiltà è sfumata, perchè il TAR ha rigettato il ricorso. I giudici del TAR affermano che “dalla documentazione versata in atti, assicurano comunque i livelli essenziali delle prestazioni; si tenga conto continuano i giudici del TAR in particolare, che la riconversione dell’ospedale di Cariati prevede che il presidio mantenga un punto di primo intervento funzionante in maniera ININTERROTTA”; ma questo risulta essere incompatibile con quanto affermato nella delibera di riconversione, perchè è previsto un h6. Siamo sempre più convinti che il problema è strettamente politico, anche perchè non si sa come altri contesti siano usciti quasi indenni da un Piano di Rientro che lo ricordiamo ancora una volta penalizza fortemente il territorio della sibaritide e il basso Ionio cosentino. I canali politici non sono stati certamente efficaci per salvaguardare il Vittorio Cosentino; è quasi assurdo parlare di ciò, perchè il diritto alla salute di un territorio non lo dovrebbe garantire nè il consigliere regionale di turno nè le scelte politiche penalizzanti, ma la Costituzione Italiana. In parallelo si può fare un altro tipo di considerazione per rendere meglio l’idea; qualche settimana fa, anche per mezzo di carta stampata, l’onorevole Mirabelli,consigliere regionale quota Api faceva sapere che si era aperto qualche spiraglio per l’ospedale Vittorio Cosentino e che il suo partito, nella sua persona, aveva esposto il problema, cercando di trovare un accordo che avrebbe tutelato l’interesse di un territorio. Immediata era stata la replica del Consigliere Regionale Caputo quota PDL: << Mirabelli non è il genio della lampada; stiamo lavorando sotto traccia da tempo per garantire al territorio il diritto alla salute>>. Come si può notare, il lavorare sotto traccia dell’onorevole Caputo e l’interessamento da parte dell’onorevole Mirabelli non hanno portato a niente perchè è di pochi giorni fa la notizia che anche il reparto di geriatria del Vittorio Cosentino ha chiuso battente; l’unica cosa che hanno rifatto questi signori,e non sono gli unici, è far uscire il proprio nome sulla stampa regionale; ma i cariatesi sanno bene cosa ha fatto e sta facendo Caputo e la destra calabrese,cosa ha fatto in passato ciò che resta dell’insipido e “invalido” mondo della sinistra calabrese. Abbiamo,poi, assistito in questi giorni anche alla chiusura del reparto di Ostetricia dell’ospedale di Rossano e alla conseguente indignazione dello stesso Caputo. Ma come?!! Non era in cantiere l’idea di creare l’ospedale riunito della Sibaritide? Perchè si adira tanto l’onorevole Caputo? Forse si è consapevoli che siamo di fronte a un’altra cattedrale nel deserto?ad un’altra bufala?Caputo sembra davvero preoccupato del suo bacino di voti, forse sente puzza di bruciato, farà come hanno fatto altri: andrà a elemosinare voti da un’altra parte,non credo convenga perdere tempo a Cariati,sempre se dessimo per infallibile il detto” la vecchia si frica na vota sula”…. . Tutto questo accade mentre qualcuno si aspettava un potenziamento mai avvenuto: e allora perché costruire una struttura adiacente al vittorio cosentino??? Questa nuova struttura avrebbe dovuto ospitare i nuovi reparti come geriatria ecc.. e invece è stata adibita a soli uffici; ancora una volta scelte che penalizzano i contribuenti.Eppure noi scorgiamo in tutto questo “marciume” due armi a disposizione: la prima è quella di una forte protesta popolare che possa contrastare le decisioni che vengono dall’alto; arma che quando il ferro era caldo non è stata sfruttata nel migliore dei modi perchè non si è riscontrata quell’unione di gruppo che ha contraddistinto magari altre realtà, la seconda è quella della mano che impugna una matita e mette una croce, una croce che il più delle volte per clientelismo va a contrassegnare facce che si dimenticano totalmente dei referenti politici locali. Referenti politici locali che a ogni tornata elettorale regionale e non, si apprestano con aria disinvolta a carpire il voto di una Cariati che non si merita affatto una situazione del genere. E allora chi fa politica si deve prendere gli onori e gli oneri di rappresentare il suo elettorato, di tutelare il territorio, di farsi sentire a gran voce e non di chinare la testa e obbedire a interessi specifici. Per quanto riguarda l’arma della protesta il gruppo “Le Lampare” non si può esimere dallo scendere in campo; ma questa volta ogni manifestazione dovrà essere accompagnata da uno spirito di unione,evitando passerelle politiche elettorali.Anzi,riproponiamo la nostra idea,alle azioni popolari bisogna accompagnare un’azione politica forte:dimissioni delle giunte comunali del territorio e di quelle personalità che ricoprono ruoli politici/amm.vi rilevanti:così ci siamo espressi durante le proteste del 2009 e del 2010,nella bella manifestazione del 10 dicembre 2011,così in questo nuovo anno riproponiamo la ricerca di una piattaforma strategica più mirata e studiata con un unico obbiettivo:difendere la salute pubblica. Se la situazione dovesse rimanere questa il Vittorio Cosentino, con una storia pluriennale alle spalle, potrebbe diventare Casa della Salute e, forse qualche opportunista di turno potrebbe prendere la palla al balzo e,nella possibile privatizzazione della struttura e degli annessi servizi,ricavare guadagno sui resti della sanità pubblica. Il gruppo “Le Lampare”, in questo scenario paradossale chiede: – La fine del commissariamento all’emergenza sanitaria: in nome dell’emergenza, il commissario assume dei poteri speciali in un sistema non legale, visto che i LEA non sono affatto rispettati – Auspichiamo una politica sanitaria sul territorio, che si articoli secondo i criteri di prevenzione, formazione, integrazione e coordinazione di un’offerta sanitaria SOSTENIBILE. – Prevenzione con l’istituzione di un centro di osservazione epidemiologico che studi in prevalenza le patologie presenti sul territorio. – Formazione degli operatori sanitari, dai medici di base agli infermieri specializzati e non. – Integrazione: avvio e attuazione di una politica sanitaria di territorio con sistemi moderni di cooperazione; integrazione delle offerte sanitarie dei vari centri della rete ospedaliera che operino in maniera complementare tra loro, con strumenti all’avanguardia, in modo da dare risposte rapide alle esigenze sanitarie dei cittadini contribuenti. Un’ azienda sanitaria calabrese moderna, capace di competere con l’offerta sanitaria di altre Regioni. Per il nostro nosocomio chiediamo una riconversione sostenibile, quindi una politica sanitaria di territorio per la cura di determinate patologie che richiedono il soggiorno in posti con caratteristiche ambientali come il nostro, coniugando servizio sanitario e proposta turistica. Il gruppo “Le Lampare”, in questo scenario difficile, chiede che, nell’immediato, con un atto di responsabilità, il medico di turno del PPI,venga messo in condizioni di poter agire tempestivamente sulla vita dei pazienti, garantendo loro un trattamento sanitario adeguato, in vista dello smistamento nei centri SPOKE.Per come stanno le cose,ora come ora non è garantito nemmeno questo! In un contesto così disagiato, in parallelo possiamo fare un altro tipo di considerazione. Il piano di rientro, ricco di contraddizioni, presenta solo dei tagli e niente di moderno; certamente questo piano condanna la popolazione del basso ionio cosentino a uno spopolamento sanitario, per prestazioni particolari e visite mediche specialiste.

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