Questione rifiuti e discarica di Scala Coeli: adesso è guerra anche fra sindaci.

A dare fuoco alle polveri è il primo cittadino di Saracena, Mario Albino Gagliardi, che in un’intervista video pubblicata su Youtube (http://youtu.be/KjdUNwIoPZk) non risparmia bordate micidiali ai suoi colleghi di Scala Coeli (Mario Salvato) e Mandatoriccio (Angelo Donnici) rei, “di aver aperto una polemica infruttuosa che dovrebbe essere preceduta da un’autocritica rispetto alle omissioni delle loro amministrazioni in tema ambientale”. Più in generale, “i sindaci che in questi anni hanno scaricato i loro rifiuti altrove, non possono ergersi a paladini di alcuna battaglia, né ostentare compente che non hanno. Questi signori si sono svegliati troppo tardi, quando la “monnezza” è arrivati ai piani alti”. Condividendo la posizioni del sindaco di Rossano, Giuseppe Antoniotti, che preme perché sia immediatamente aperta la discarica di Scala Coeli e che propone di mandare via “a pedate il commissario straordinario per l’emergenza ambientale”, Gagliardi va oltre e auspica che coi medesimi, metaforici calci nei glutei, si caccino i sindaci inadempienti dai municipi che non adottano la raccolta differenziata”. Ciclone Gagliardi entra nella specifico: “Il sindaco di Scala Coeli dovrebbe essere più prudente nelle sue dichiarazioni. Abbiamo avuto modo di discutere faccia a faccia, ed è per questo che egli non può nemmeno invocare l’alibi dell’ignoranza”. Ma le raffiche più micidiali sono indirizzate ad Angelo Donnici il quale, in materia di abiente “dovrebbe andare a ripetizione o alle scuole serali”. Il primo cittadino di Saracena, che è “preoccupato per la comunità di Mandatoriccio”, si domanda dove mai si rechi quel Comune a conferire i rifiuti. “Se Donnici (al quale Gagliardi consiglia una massiccia dose di antibiotici, ndc) dà ragione al sindaco Salvato, dovrebbe tenersi l’immondizia che produce nel suo territorio”. Insomma, la discarica di Scala Coeli è di tutti e deve aprire al più presto, senza aspettare pronunciamenti della magistratura la quale, invece, commenta sempre Gagliardi, se sta vagliando l’ipotesi di un eventuale danno ambientale, “dovrebbe indagare anche Salvato che, in qualità di sindaco, proprio sull’ambiente ha il dovere di controllo. Ci spieghi Mario Salvato se attuando la legge quadro sull’ambiente, proprio lui che pretende di andare nell’orto degli altri quando l’orto ce l’ha”. A questo punto insorge l’assessore all’ambiente del Comune di Mandatoricco, Filippo Mazza (mentre il sindaco Mario Salvato si chiude nel silenzio più assoluto): “Quello dei rifiuti è uno dei problemi irrisolti in Calabria per colpa di chi ha gestito il potere negli ultimi 20/30 anni. Per questo non accettiamo lezioni da Albino Mario Gagliardi che è stato sindaco democristiano di Saracena dal 1973 al 1988; dal 1987 all’89 ha presieduto la Unità sanitaria locale di Castrovillari; è stato presidente della Comunità Montana del Pollino dal 1989 al ’93; consigliere provinciale dal 1985 al ‘90 e, dal 4 marzo 2002, consigliere regionale in quota Udc; ha fatto parte della Commissione politiche comunitarie ed infine rieletto sindaco di Saracena nel 2007” Se ne deduce che se “la Calabria è nelle condizioni attuali, lo si deve anche a chi, come il sindaco Gagliardi, ha ricoperto per più di 30 anni ruoli politici tanto importanti quanto senza risultati, meno che meno in materia di rifiuti”. Dunque, “prima di parlare di Mandatoriccio e di quello che ha fatto e sta facendo l’amministrazione civica, Gagliardi venga qui perché, gratuitamente, siamo disposti a dargli qualche lezione in materia di ambiente, energie alternative, riduzione delle tariffe e, soprattutto, legalità”. La chiosa di Mazza: “Se la Calabria vuole cambiare, significa che devono andare a casa coloro che per oltre 30 anni hanno gestito, senza nessun merito nè risultati, tutti gli enti locali e la cosa pubblica. A noi non piace un’informazione asservita agli interessi dei privati e dei loro difensori d’ufficio, ma Gagliardi, se non vuole onorarci di una sua visita, può assumere informazioni da chi lo ha intervistato. Il resto si vedrà”.

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