
Una bizzarra coincidenza ha fatto sì che a pochi giorni di distanza l’una dall’altra due manifestazioni di piazza guadagnassero gli onori delle cronache: la prima, quella della CGIL a Roma; l’altra, quella quotidiana di una folla di ungheresi a Budapest.
Entrambe le manifestazioni erano state organizzate per protestare contro iniziative dei governi nei rispettivi Paesi: a Roma si contestava la politica sul lavoro del governo di Matteo Renzi, a Budapest il disegno di legge del governo di Viktor Orban che progettava di tassare l’uso di internet.
La storia ha una sua ironia, e la cronaca pure. Il governo Renzi, nel nome del rilancio dell’occupazione (che sarebbe una cosa di sinistra), attua politiche di destra, è contestato a sinistra, ma risponde noi tireremo dritto, che è un’altra cosa un tantino di destra; e alle proteste della piazza, in una manifestazione successiva, la risposta è stata una carica della polizia, con tanto di feriti e conseguenti polemiche.
Il governo Orban, in Ungheria, con la scusa delle necessità di bilancio, tassando internet in realtà voleva penalizzare la libertà di accesso alla Rete. Orban è dichiaratamente di destra ma con lui la piazza l’ha avuta vinta, e almeno per il momento il suo govenro ha dovuto recedere.
E così ci ritroviamo, nella stessa Europa, con un capo del governo che dovrebbe essere di centrosinistra, quello italiano, che fa cose di destra e tratta con sufficienza e insofferenza le manifestazioni della sinistra; e un governo di destra, quello ungherese, che da una manifestazione è costretto alla sua prima marcia indietro.
Viene in mente quel quesito di Giorgio Gaber: Un quesito che non bisogna porre a Matteo Renzi: sarebbe capace di rispondere che la sinistra è lui.
Giuseppe Riccardo Festa
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