Persevera il clima di scontro tra le parti politiche.

L’ultimo Consiglio comunale, tenutosi lo scorso 2 luglio, ha segnato ancora una volta una pagina di confronto aspro in seno all’Assise. Piuttosto colorati gli strascichi polemici all’indomani della seduta. Ormai é un copione già noto. Innumerevoli le divisioni. Forse anche a giusta ragione. A manovrarle riteniamo la cieca partigianeria: di qua stiamo noi e i nostri, di là state voi e i vostri. Di qua é tutto perfetto e progresso, di là c’é solo incapacità. Intanto, il clima di scontro ricade inequivocabilmente su tutta Cariati, non solo sugli stretti protagonisti della rivalità in seno alla compagine amministrativa che, insomma, potrebbe rappresentare il male minore. Invece, le conseguenze negative pensiamo che siano per tutti. A pagarne le spese in fondo: é il Paese. Sarebbe sommario e ingiusto buttarla nel qualunquismo e nel populismo. Serve un patto di non belligeranza e una riflessione ampia, approfondita tra più “pezzi” della comunità cariatese. Perseverare nello scontro, lontano dai cariatesi, comporterà ulteriormente un allontanamento delle persone a decidere da qui a un anno quale siano, e speriamo pochi, gli schieramenti che si assumeranno un impegno vitale per Cariati. Abbiamo bisogno di un nuovo inizio, che combini realismo e speranza. Tutti possono fare molto, ma molto meglio. Sulla capacità di affrontare i mail di Cariati si gioca il suo futuro. Certo non bisogna aspettarsi che la modernizzazione per Cariati si realizzi in un battibaleno, ma i cariatesi devono sentirsi rassicurati sulla volontà, da parte dei candidati a Sindaco, di cominciare con convinzione e aggressività un progetto che abbia una logica e tempi da monitorare. Nicola Campoli

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