Per non dimenticare la tragedia di Cutro: gli studenti dell’IIS Cariati alla presentazione dellibro “Adotta una storia”

Presso l’aula magna dell’ITI Mazzone, il 31 maggio scorso è stato presentato il libro “Adotta una
storia”, storie di ragazzi immigrati raccolte in un volume che è il risultato di un percorso di
sensibilizzazione che il Polo BRUTIUManitario di Cosenza, costituito dall’associazione AGAPE
ODV, dal CSV Cosenza e dal Polo Tecnico Scientifico BRUTIUM ha realizzato conseguentemente
alla strage di Cutro, una fra le tante ecatombi avvenute nel Mediterraneo. Il libro, è un’iniziativa
lodevole portata avanti in partnership anche con il Centro Provinciale Istruzione Adulti “Valeria
Solesin” di Cosenza. Edito da Demetrio Guzzardi (Editoriale Progetto 2000) e curato da Pierpaolo
Lopreiato, è un’idea delle studentesse e degli studenti cosentini del Polo Brutium che hanno
intervistato i loro coetanei immigrati del Cpia. Promotrici dell’iniziativa la dirigente del Polo Brutium
Rosita Paradiso insieme alla dirigente dell’IIS Cariati Sara Giulia Aiello. Presenti tra gli ospiti,
l’editore Guzzardi, l’autore Lopreiato, la delegata alla cultura del comune di Cariati Alda Montesanto,
la presidente di Agape ODV Costantina Bartella, la vice presidente dell’UNICEF Cosenza Annamaria
Verre e alcuni giovani MSNA del centro di prima accoglienza “Casa Don Alessandro” di Cariati,
accompagnati dalla referente Grazia Falbo. Moderatrice dell’evento, la professoressa Daniela
Mancini, Funzione Strumentale Inclusione, sostiene che la presentazione di “Adotta una storia”
rappresenta per l’Istituto d’Istruzione Superiore di Cariati l’opportunità di approfondire la tematica
affrontata all’interno del Percorso Orientativo Formativo “Giovani contro le discriminazioni”
contenuto nel PTOF che intende promuovere il ruolo dei giovani e della comunità educante come
leader del cambiamento positivo nel promuovere la costruzione di città e società più inclusive. La
presentazione del libro è stata avviata dai saluti della dirigente Paradiso collegata in videoconferenza
da Cosenza; la stessa ha consegnato un emozionante video realizzato dagli studenti del Polo Brutium,
durante il quale Annalina Paradiso ha interpretato con grande intensità la poesia “Fila di umanità” da
lei stessa scritta. All’interno delle diciassette interviste presenti nel volume le soggettività raccontano
esperienze, difficoltà e progetti futuri: alcune descrivono la fatica e l’ingiustizia sofferta durante la
traversata da un territorio all’altro, raccontando la perdita dei propri affetti, ma anche la speranza di
un nuovo futuro fatto di fratellanza. Così l’editore Demetrio Guzzardi, rivolgendosi agli studenti
presenti, ha incentrato il suo intervento sul viaggio dei migranti e sul mare, quel bellissimo mare che
lo ispira così tanto, scelto dai migranti per la salvezza, ma che riprendendo una frase dell’intervento
della delegata alla cultura del comune di Cariati, Alda Montesanto, per molti di loro è capace di
trasformarsi in una tomba. Costantina Bartella ha raccontato quanto sia importante il ruolo della sua
associazione di volontariato, sottolineando l’impegno e le tante collaborazioni con le scuole coinvolte
nel progetto “Adotta una storia”, il cui fine è la creazione di una biblioteca all’interno del CPIA di
Cosenza. Annamaria Verre, referente scuola del Comitato UNICEF di Cosenza, ha presentato il
progetto “Scuola Amica delle bambine, dei bambini e degli adolescenti” al quale ha aderito l’IIS
Cariati e, sottolineando l’importanza della Convenzione sui diritti del fanciullo fatta a New York il
20 novembre 1989, ne ha fatto dono, attraverso alcune copie, alla scuola. Ha chiuso gli interventi
l’autore del libro Pierpaolo Lopreiato, ricercatore indipendente, antropologo e docente di Letteratura
italiana e Storia nelle scuole superiori. Rivolgendosi da subito agli studenti, ha parlato loro delle sue
ricerche sulla realtà del mondo globalizzato, del ruolo empatico che l’insegnante deve avere con gli
studenti per poter trasmettere l’amore verso la propria disciplina. Ad alcune domande che gli studenti
gli hanno rivolto sul raggiungimento della consapevolezza del sé, ha risposto che conoscere l’altro, il
diverso da noi, può aiutare a comprendere noi stessi perché riflesso della nostra stessa essenza. Fa
riferimento anche alla copertina del volume “Mare nostrum” realizzata dalla prof.ssa Assunta Mollo
che mostra un popolo di migranti, senza volto, a significare che il lasciare la propria terra per altri lidi
è un’esperienza di tutti, ieri dei nostri nonni, oggi di chi cerca un mondo diverso. Notevole, da un
punto di vista emotivo, la testimonianza finale di So e Madibo, due giovani MSNA del centro di
prima accoglienza, casa Don Alessandro: la traversata in una piccola imbarcazione contenente più di
30 persone accalcate al suo interno, la fine del carburante e l’abbandono da parte degli scafisti. Storie
tristi e commoventi, storie di dolore, speranza, integrazione e disintegrazione, racconti autentici,
potenti, che narrano il trauma del distacco dalla patria e dagli affetti, dai villaggi e dalle campagne; il
viaggio, talvolta rocambolesco, che li ha portati fin qui, le difficoltà all’arrivo, fra gap linguistico e
culturale, l’angoscia, non disgiunta spesso dal sollievo, dell’adattamento al nuovo Paese. La dirigente
Sara Giulia Aiello che riserva particolare attenzione alle tematiche sociali e alle esperienze che
promuovono il protagonismo degli studenti e delle studentesse dell’IIS Cariati, ponendo al centro
delle iniziative formative e culturali il loro coinvolgimento attivo nella comprensione di sé e del
proprio progetto di vita, impegnata a favorire livelli sempre più elevati di inclusività per la scuola, ha
concluso sostenendo che occorre educare sempre più al confronto e al pluralismo, a una coesione
sociale che favorisca le differenze, guardando nel contempo a valori comuni. La presentazione di
questo libro, è convinta, contribuirà a stimolare il dibattito e la riflessione critica sulla tematica delle
migrazioni, incoraggiando a considerare una varietà di prospettive e a esplorare le implicazioni
sociali, culturali e umanitarie connesse a tali fenomeni, a promuovere la comprensione, l’inclusione
e il dialogo, a riflettere sulla costruzione di “ponti di pace” che superino qualsiasi barriera.
Prof.ssa Daniela Mancin

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