■Antonio Loiacono
Pasquale Tridico, Europarlamentare M5S, nell’intervista pubblicata oggi dal Corriere della Calabria, offre una riflessione articolata ed incisiva sul rapporto tra criminalità organizzata, politiche sociali e responsabilità della politica italiana, con particolare riferimento al Mezzogiorno. La sua analisi si sviluppa su diversi piani, dalla denuncia del ruolo delle mafie come ostacolo al progresso, fino alla proposta di soluzioni strutturali e culturali per il contrasto alla criminalità organizzata.
L’economista, sottolinea come la ’ndrangheta e le mafie in generale rappresentino un freno significativo per lo sviluppo del Sud, impedendo il progresso economico e sociale. Richiama l’attenzione su quanto sostenuto dal procuratore Nicola Gratteri: il rischio che la pandemia di Covid-19 ampliasse il consenso per le mafie, capaci di fornire un supporto immediato a chi si trovava in difficoltà economica. In questo contesto, il Reddito di cittadinanza emerge come uno strumento capace di ridurre la vulnerabilità delle persone al reclutamento mafioso. La cancellazione del Reddito, a suo dire, esporrebbe i ceti più poveri al pericolo di essere sfruttati dalle organizzazioni criminali.
Tridico critica duramente il governo Meloni per aver smantellato lo Stato sociale, aggravando le diseguaglianze Nord-Sud e rafforzando indirettamente il dominio mafioso. Egli evidenzia come misure di riequilibrio sociale siano indispensabili per garantire un livello minimo di sussistenza, mantenere presidi di legalità e rafforzare la presenza dello Stato nei territori. La sua visione implica un investimento costante in welfare e giustizia sociale come strumenti per sottrarre terreno fertile alle mafie.
Un tema centrale è l’infiltrazione mafiosa nelle istituzioni pubbliche e nei partiti politici. Il pentastellato sottolinea la necessità di preservare la politica da pressioni e ricatti mafiosi che condizionano la vita democratica. Egli richiama l’importanza di una separazione tra responsabilità penale e responsabilità politica, come insegnato da Paolo Borsellino e critica i partiti per non dotarsi di meccanismi efficaci di selezione e vigilanza sui candidati.
Tra le proposte di Tridico emerge una visione ampia del contrasto alle mafie, che passa anche per la battaglia culturale. Propone di introdurre la Storia dell’impegno antimafia nelle scuole primarie per sensibilizzare i giovani sin dall’infanzia. Questo approccio educativo viene posto accanto ad interventi più strutturali, come gli investimenti pubblici per la crescita economica, il miglioramento dei servizi essenziali e il rafforzamento delle regole sull’incompatibilità per incarichi pubblici.
Il capogruppo del M5S in Europa critica l’orientamento europeo verso l’aumento della spesa militare a scapito di quella sociale, prevedendo tagli significativi al welfare in Italia a partire dal 2025. Egli denuncia il rischio che questa politica incrementi le diseguaglianze, lasciando ampie fasce della popolazione prive di sostegno, con un conseguente rafforzamento delle mafie come “intermediari finanziari”.
In un background dove la criminalità organizzata continua a rappresentare una minaccia per il tessuto sociale, economico e politico del Paese, le parole di Pasquale Tridico offrono una prospettiva chiara e coraggiosa: il contrasto alle mafie non può limitarsi alla repressione giudiziaria ma deve essere alimentato da un profondo cambiamento culturale, da un impegno politico trasparente e da politiche sociali che restituiscano dignità e opportunità alle comunità più vulnerabili. È attraverso una strategia sistemica ed inclusiva che sarà possibile sottrarre terreno fertile alla criminalità e gettare le basi per un futuro più giusto e prospero per il Mezzogiorno e l’intero Paese.
Views: 55
Lascia una risposta
Devi essere connesso per inviare un commento.