Servono misure ormai indifferibili per far tornare gli ospedali di Rossano e Corigliano sulla soglia della civiltà.
Lo stato dei servizi per i cittadini della fascia ionica è semplicemente drammatico. In tempi non sospetti, quando autorevoli esponenti della classe dirigente gettavano fumo negli occhi della cittadinanza con inutili cerimonie per il nuovo ospedale, in pochissimi chiedevamo interventi ed investimenti sugli ospedali esistenti e la riapertura degli ospedali di frontiera per far respirare quelli dell’area urbana. Abbiamo ripetuto fino alla noia che le cerimonie non curano i nostri malati e che il piano di rientro sanitario era ed è un atto criminale nei confronti dei calabresi, ed oggi questa definizione risulta, nostro malgrado, palesemente dimostrata.
I pronto soccorso sono divenuti luoghi di angoscia tanto per i cittadini che sono costretti a recarvisi, quanto per chi ci lavora in condizioni inaccettabili, con turni massacranti e senza risorse; i reparti di chirurgia, a seguito dell’attuazione della normativa europea sulla turnazione del personale medico, sono quasi totalmente bloccati per mancanza di risorse umane; gli spostamenti raffazzonati dei reparti effettuati fino a questo momento hanno reso l’offerta sanitaria ancor più frammentaria e con enormi contraddizioni, come il reparto di ginecologia-ostetricia situato a Corigliano, cioè senza una sala rianimazione, senza la disponibilità di elisoccorso e con i mezzi del 118 impegnati a trasportare le provette tra il reparto ed il centro trasfusionale che si trova a Rossano; alcuni reparti fondamentali sopravvivono grazie a lodevoli associazioni che pagano gli infermieri, atto splendido ma che sottolinea l’assurdità di questa situazione.
Riteniamo improrogabili gli investimenti nelle strutture esistenti, spostando le risorse dagli sprechi veri ed enormi che risiedono nella gestione della sanità calabrese, a partire dagli affitti megagalattici e dai concorsi ad personam di personale amministrativo.
Il fabbisogno di personale medico ed infermieristico degli ospedali di Rossano e Corigliano è ben noto agli organi competenti: che cosa si aspetta a bandire i concorsi per la stabilizzazione e l’assunzione delle decine di infermieri e medici che servono alla Sanità? Che cosa si aspetta a verificare la pianta organica dei vari reparti per valutare la palese insostenibilità del carico di lavoro delle varie unità? Che cosa si aspetta a valutare l’allestimento di attrezzature decenti e sufficienti per sostenere almeno un livello civile di offerta sanitaria?
Per chiedere questo ed altri provvedimenti abbiamo chiesto un incontro urgente al direttore dell’unità operativa complessa dott. Carino sperando di riuscire ad avviare una collaborazione tra l’istituzione e la società civile che possa fruttare risultati per la comunità.
Infine insisto su una questione che ancora stenta ad entrare nell’agenda dell’Azienda Sanitaria e delle istituzioni regionali: alla luce della silenziosa ma evidente epidemia che sta colpendo la nostra gente, è doverosa l’immediata istituzione di un registro tumori provinciale e regionale con lo scopo di individuarne le cause e predisporre gli strumenti necessari per curare e prevenire. Ritengo che tutti coloro che sono coinvolti in ruoli istituzionali debbano ritenersi responsabili di questo importante compito.
Flavio Stasi
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