Ora è giunto il momento di lottare davvero per la difesa del Tribunale di Rossnao. Non tiriamoci indietro.

L’esito dell’incontro di ieri tra i parlamentari ed il Ministro è stato chiarissimo: se le commissioni giustizia di camera e senato daranno un elenco uniforme ed univoco dei tribunali da salvare, il ministro si impegna ad emettere un decreto legge al primo consiglio dei ministri utile, altrimenti resta tutto com’è. Ora tutto appare più chiaro ma anche estremamente difficile. Perché non sarà semplice mettere d’accordo i deputati della commissione giustizia alla Camera sui quali Tribunali occorre salvare ed ancora più arduo sarà il compito di riuscire a fare in modo che lo stesso elenco sia uniforme con quello che determineranno i senatori della commissione giustizia al Senato. Verrebbe da dire che la giustizia è malfatta. Invece del “diritto”, soprattutto nel caso di Rossano, si è applicato il “rovescio”! Condivido la nota che oggi i sindaci hanno inviato al Presidente del Tribunale di Castrovillari Dott.ssa Chiaravalloti (un cognome che certamente ha avuto ed ha un peso in questa vicenda), al Procuratore della Repubblica di Castrovillari Dott. Giacomantonio ed alle autorità preposte alla tutela dell’ordine pubblico di soprassedere ogni attività di trasferimento dal Tribunale di Rossano verso il Tribunale di Castrovillari, «nell’attesa di conoscere nella loro precisa articolazione i provvedimenti governativi e ministeriali». Perché è evidente e «ragionevole» che a Rossano non vogliono che sia spostato un foglio senza prima aver letto un documento che magari può essere impugnato in qualche sua virgola! Condivido meno la strategia: ieri – come ha avuto modo di dichiarare il Procuratore capo Eugenio Facciolla abbandonando il presidio di giustizia bizantino – «lo Stato ha lasciato Rossano» e dal prossimo lunedì per qualsiasi contenzioso si dovrà raggiungere il Tribunale di Castrovillari! Anche se in qualche virgola si impugnerà la legge scritta dovrà trascorrere del tempo – ed è comunque oggettivamente complicato – affinché il Tribunale di Rossano possa ritornare ad esistere. A ciò occorre aggiungere che le terapie che offre la politica – prima responsabile della malattia – sono arcaiche, inefficaci ed, anzi, in grado (non si sa se per dolo o semplice ottusità), di eliminare la stessa malcapitata paziente. Peraltro la politica di cui parlo è quella ben descritta dalla vicenda del Tribunale di Rossano che ha avuto l’unico merito di farci capire quanto, il nostro territorio, sia distante non solo geograficamente ma anche nella capacità di dialogo e di confronto con il governo. Il dato più evidente e sconcertante di questa vicenda è questo: i nostri rappresentanti politici del territorio non hanno più alcun “peso” e capacità persuasive a Roma, nella Rai (la televisione pubblica), nel Consiglio Superio della Magistratura, ecc. ecc. Hanno perso da tempo questo interesse. Parlo degli onorevoli parlamentari e regionali! Tra l’altro, per quanto riguarda i parlamentari, nessuno tra questi è stato eletto sullo jonio cosentino. Un vero ed autentico fallimento. Allora cosa fare? Occorre mollare? Prendere atto che la battaglia è finita ed anche male anche se esistono ancora piccolissime impercettibili speranze? Non credo! Alemno fino a quando non verrà meno anche la speranza. Sono convinto, anzi, che proprio ora occorre iniziare a lottare davvero per difendere il Tribunale di Rossano. Per due motivi: uno legato ai diritti che questo nostro territorio deve rivendicare e l’altro legato al rapporto che oggi viene a definirsi tra lo Stato ed il nostro territorio. Noi non possiamo dimenticare la lotta che i nostri predecessori hanno condotto nella sibaritide per i diritti previdenziali, per il diritto alla salute e, più in generale, per i diritti! Perché quelle lotte ci hanno insegnato che è necessario ribellarsi e non piegare la testa quando nella comunità/Stato in cui viviamo ci sono privilegiati e discriminati. Perché quelle battaglie ci hanno insegnato che noi siamo persone e come tali non possiamo essere mortificati da nessuno e neanche dallo Stato. Lo Stato. Chi è lo Stato in Calabria e quale ruolo dovrebbe svolgere rispetto a quello attuale? Credo che a queste domande abbia dato una ottima risposta – in una lettera pubblicata oggi da “LOra della Calabria”- ed indirizzata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano il nuovo Vescovo di Reggio Calabria S.E. Mons. Giuseppe Morosini. «Lo Stato deve svolgere – scrive Morosini – un’azione di promozione a favore della collettività. Si tratta anzitutto del lavoro che manca, poi dei servizi necessari allo sviluppo e ad una conduzione dignitosa della vita. Il cittadino ha il diritto di vedere il volto amorevole dello Stato, che si prende cura di lui e non guardare ad esso solo come ad una forza repressiva». Morosini, continua nella sua lettera affermando che «se il cittadino non è servito, non ama le Istituzioni, dalle quali prenderà le distanze, ponendosi in una situazione di odio e di conflittualità. Alcuni problemi del territorio vanno affrontati con coraggio e lungimiranza a livello legislativo […] Sono in gioco i diritti della persona». Un pensiero lucidissimo che vale per la locride così come per la sibaritide. Non tiriamoci indietro adesso. Non rassegnarci o, peggio, non cadiamo nell’indifferenza. Così come dobbiamo smettere di credere e pensare (sbagliando!), che questa sia una lotta esclusiva dell’avvocatura! Perché – lo dico soprattutto ai molti che non ho visto in questi giorni a difesa del presidio di giustizia rossanese – questa mattina bastava osservare gli sguardi carichi di dolore delle giovani avvocatesse e dei giovani avvocati, le loro lacrime, la loro preoccupazione ed incertezza davanti al loro Tribunale per capire che in gioco non c’è più solo un diritto, cosa sia oggi l’idea di “Stato”, la necessaria lotta contro i privilegi e le discriminazioni ma c’è soprattutto da combattere per il futuro di questi giovani figli illuminati del nostro territorio. Allora, non tiriamoci indietro: lottiamo ancora di più in difesa del Tribunale di Rossano e poi dopo averlo salvato facciamo in modo – in questo nutro straordinarie speranze – che la risposta di giustizia sia migliore di quella che si è avuta fino ad oggi. Fabio Pugliese

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