Non punite il comandante! Capito?!

La teatralità del giuramento in fondo non ha perso il suo valore intrinseco

É inutile girarci attorno. Sono con il tenente di vascello, nonché comandante del corso per volontari in ferma annuale della Marina militare.

Al centro della storia, che prende le cronache giornalistiche di questi giorni, c’è una giovane militare di Pescara, che ha pensato di far giurare i suoi allievi in una coreografia di un balletto messo in scena sulle note della canzone del momento Jerusalemme.

Ai vertici apicali della Marina militare l’iniziativa non è risultata gradita, al punto che sembra siano imminenti dei provvedimenti disciplinari nei confronti dell’ufficiale che ha ricevuto formale contestazione. Assurdo!

Non vedo nulla di male nella gioiosa manifestazione che è andata in scena nel cortile della caserma della scuola sottufficiali di Taranto, per giunta chiuso al pubblico e ai familiari.

In quell’occasione il tenente di vascello si è posizionata davanti al plotone di allievi e all’avvio della musica ha mimato in prima persona le mosse che sono state eseguite dalla truppa.

Credo che il momento di spensieratezza, che ha visto protagonisti allievi e ufficiale, sia qualcosa che collima gioiosamente con la fine del corso. Non ci vedo alcuna circostanza lesiva dell’immagine della forza armata. Anzi.

Dal video si riscontra tanta energia e umanità che non stride per niente con il rigore del corso appena finito. Si tratta di giovanissimi militari con tanta voglia di vivere e di gridarlo al mondo intero.

Si è trattato per l’appunto di un momento goliardico delle giovani reclute, sottoesposte nei mesi precedenti a forme eccezionali di precauzioni e isolamento a causa della pandemia.

La teatralità del giuramento in fondo non ha perso il suo valore intrinseco, ma si è voluto solamente renderlo più disteso e umano.

Sentimenti che rafforzano i giovani marinai che porteranno sempre nel cuore quella giornata di coinvolgimento, che nulla arreca al rispetto rigorose delle regole di una struttura militare.

Nicola Campoli

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