Le parole che il papà di Giulio Regeni ha riservato al Procuratore
Generale del Cairo, Nabil Ahmed Sadek, nel corso dell’intervista che
unitamente alla moglie hanno rilasciato a Fabio Fazio nella
trasmissione “Che tempo che fa”, mi rimbombano nella mente.
Sono particolarmente forti e hanno bucato il piccolo schermo come un
pesante macigno.
Nel 2016 i coniugi Regeni hanno incontrato il massimo vertice della
Procura del Cairo a Roma il quale guardandoli negli occhi aveva preso
con essi un impegno, che avrebbe catturato tutti i responsabili del
rapimento, tortura e uccisione di loro figlio Giulio.
Nulla, ahimè, è accaduto nel frattempo. Anzi. Sembra che le indagini
in Egitto non hanno avuto un seguito rassicurante al fine di arrivare
alla verità, assicurando alla giustizia gli irresponsabili autori del
drammatico omicidio.
E, allora, Claudio Regeni ha chiesto ufficialmente al Capo della
Procura della capitale egiziana di mantenere quella promessa e di
incontrarsi presto e nuovamente a Roma.
In più, ha manifestato un desiderio. Il piacere di riavere i vestiti
che Giulio indossava quando l’hanno ritrovato.
Un appello che racchiude l’enorme dolore con il quale la famiglia
Regeni continua e continuerà a convivere in futuro, indipendentemente
da come finirà la tragica vicenda. L’auspicio è che siano accontentati
senza troppi giri di parole.
Nicola Campoli
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