
■Antonio Loiacono
A Scala Coeli, un angolo silenzioso della Calabria ionica, dove il tempo sembra scorrere più lentamente e la memoria si intreccia con le leggende, sorge la chiesa dedicata alla Beata Vergine del Monte Carmelo. Un luogo di fede e devozione popolare, ma anche un nodo di misteri che si perdono nella notte dei tempi. Grazie alle ricerche del giornalista e scrittore (accreditato in Sala Stampa Vaticana da oltre 30 anni) Raffaele Iaria, originario di Scala Coeli ma residente a Roma; affiorano oggi antiche storie che avvolgono la chiesa ed i suoi dintorni in un’aura di enigmatico fascino.
Tutto inizia con una leggenda che, come spesso accade nei racconti tramandati oralmente, mescola frammenti di verità con il sapore del meraviglioso. Si narra di un uomo senza fissa dimora, un eremita solitario che viveva in aperta campagna, poco lontano dall’attuale chiesa del Carmine. Con sé custodiva una campana misteriosa, che suonava ogni volta in risposta ai rintocchi della chiesa matrice, quasi come se volesse dialogare con la comunità da cui si era isolato.
Il parroco del tempo, incuriosito da quel suono echeggiante nella solitudine dei campi, decise di raggiungere il luogo insieme ad alcuni abitanti. L’incontro con l’uomo fu sorprendente: viveva in condizioni primitive, ma sembrava legato visceralmente a quella campana. Dopo un primo rifiuto, l’eremita acconsentì a cederla, forse intuendo che il suo destino era legato a qualcosa di più grande.
Il viaggio verso il paese, però, si interruppe bruscamente. La campana, inspiegabilmente, divenne così pesante da non poter essere spostata oltre un certo punto. Ogni tentativo di trasportarla fallì, giorno dopo giorno. Fu allora che il sacerdote interpretò quel segno come una volontà divina: proprio lì, dove la campana si era “ancorata” al suolo, sarebbe sorto un luogo di culto dedicato alla Madonna del Carmelo. I lavori terminarono il 16 luglio, data che avrebbe segnato per sempre la festa della Madonna del Carmine a Scala Coeli.
Ma non è questa l’unica leggenda a circondare il sito. Un’altra storia parla di un’apparizione della Vergine, che avrebbe accolto i fedeli attraverso una scala luminosa, un’immagine potente che riecheggia le visioni di San Bernardo di Chiaravalle nel 1138. In quella visione, la Madonna aiutava le anime a salire verso il cielo, sorreggendole lungo una scala simbolica, immagine che potrebbe essersi radicata anche nella tradizione locale di Scala Coeli.
La “scala” potrebbe essere una trasposizione spirituale, ma in un paese il cui nome stesso richiama il concetto di “ascesa verso il cielo”, il simbolismo si fa quasi tangibile. Scala Coeli – la “scala del cielo” – diventa così non solo un toponimo, ma un filo rosso che collega fede, storia e leggenda.
Poco lontano, nel comune di Terravecchia, un’altra storia si intreccia con il culto della Madonna del Carmelo. Qui la chiesa omonima, consacrata santuario diocesano nel 2011, sorge su un luogo che la tradizione popolare racconta fosse un tempo occupato da un lago infestato da un drago. Questa creatura mitica – simbolo del male e del caos – si dice che divorasse i bambini che passavano di lì. Ma fu proprio la Madonna a sconfiggere il drago, riportando la pace in quella terra.
Di quell’antico passato non restano che flebili tracce: un’edicola votiva con una croce e quattro dipinti della Madonna del Carmelo è scomparsa nel tempo, così come una fontana sacra di cui non si trova più alcuna testimonianza fisica. Tuttavia, il potere evocativo di queste leggende rimane intatto, alimentando la devozione popolare e la curiosità degli studiosi.
La Madonna del Carmelo è profondamente radicata nella vita spirituale di Scala Coeli, tanto da essere stata al centro di una delle tre confraternite laicali del paese. La sua figura non è solo un simbolo religioso, ma un elemento identitario per la comunità. Le sue storie, vere o leggendarie che siano, raccontano di un legame indissolubile tra le persone e la loro terra, tra il sacro ed il quotidiano.
Le ricerche di Raffaele Iaria ci invitano a guardare oltre le apparenze, a leggere tra le righe della storia ufficiale per scoprire i racconti sommersi che rendono unico un luogo. Forse non sapremo mai con certezza dove si trovasse l’eremita o se davvero la Madonna abbia sconfitto un drago. Ma la bellezza di questi racconti sta proprio nella loro capacità di sopravvivere al tempo, sospesi tra fede e mito.
Scala Coeli non è solo un paese della Calabria: è un microcosmo dove la storia si mescola con la leggenda, e dove, forse, ogni campana che suona racconta ancora l’eco di un mistero mai del tutto svelato.
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