Luigi Ascione non ci sta all’intesa stretta PSI/PD

Da socialista storico non digerisce la santa alleanza

Luigi Ascione

Come l’ultimo dei Moikani, Luigi Ascione, socialista storico “nell’anima e nel cuore”, non ci sta all’intesa stretta fra i “nemici” di ieri, Psi e Pd ed, in mezzo, una parte politica che si colloca laddove spira il vento, sia esso di centro, di sinistra o, addirittura, di destra.

Ammesso che valgano ancora certi schematismi di maniera, per una questione di opportunità pregresse, l’inedito accordo tra vittima e carnefice (la sindrome di Stoccolma, ndc) non spiega, “la storia locale, magari controversa, che va rispettata e superata, certamente, se solo si giungesse ad una sintesi leale, schietta e sincera sugli errori del passato”.

Insomma, la “santa alleanza” lui, socialista storico, da tutelare al pari della foca monaca, non la digerisce. La coalizione tra Pd, Psi, un noto imprenditore dichiaratamente di destra e ad altri gruppi riconducibili al variegato mondo della “prenditoria”, proprio non va bene: “Chi vende la propria dignità e la coscienza, per mero interesse economico o politico carrieristico, non può elevarsi a paladino della salvezza per la rinascita di Cariati, quando è complice della disfatta totale della nostra città e, addirittura, si rende complice di persone di chiara immoralità, nascondendosi dietro uno pseudo garantismo di facciata che di garantismo non ha nulla e né di socialismo”.
Sia più chiaro, signor Ascione.

“Stanno tentando, ed è magari legittimo, di rifarsi una verginità, inventando assurde alleanze, sposando la causa del centro sinistra. Ma quel che è peggio è che qualche pollo ci è cascato”.
Ancora non capiamo.
“È andata male a tutti i compagni socialisti, e qualcuno, adesso, dovrebbe togliersi la maschera. È arrivata l’ora del “mea culpa” di qualche personaggio storico del partito o delle rivincite di chi fin’ora era in ombra o ha preferito restare in ombra aspettando umilianti prostituzioni pur di restare attaccato ad un pezzo di osso”.
Continuiamo a non capire.

“È rimasto solo l’osso da spolpare, sempre se, sotto sotto, non ti sei divorato anche quello. I socialisti cariatesi sono pronti a mandare al macello ingenui giovani perbene che si illudono di poter cambiare qualcosa: ma non hanno fatto i conti coi lupi mannari”.

E chi sarebbero questi lupi mannari?
“I soliti che divorano la città. Ma presto i nostri ragazzi saranno coscienti della loro ingenuità e, tuttavia, sarà troppo tardi. Perché quando la tempesta sarà passata ritorneranno le facce degli abituali furbi, in prima persona. Questo sarà vergognoso e, nel frattempo, il coraggio di metterci la faccia è andato a farsi benedire”.

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