Le nuove forme di comunicazione

Dove stiamo andando?

Wapp

Le innovative forme di tecnologia comunicativa imperversano in lungo e in largo nella nostra società. Non esistono più temi, persone e luoghi off limits. Quindi, nessuno é salvo. E’ sempre più complicato difendersi dall’impressionante onda di messaggi. Quanto meno rallentarli.

Un esempio per tutti. Nell’ultimo anno i gruppi WApp, nei quali ciascuno si é trovato a sua insaputa coinvolto, sono inflazionati a dismisura. Non riesci, seppure mosso da tanta buona volontà, a starci dietro.

Basta un vuoto in rete di qualche decina di minuti che il tuo cellulare al “risveglio” ti segnala un numero impressionante di messaggi non letti, che nel frattempo ti sono arrivati. Per non dire la mattina. Quando ti accorgi che durante la scorsa notte qualcuno ha sofferto di insonnia. La circostanza ti viene segnalata dall’enormità di messaggi che trovi sul display del cellulare.

Ci sono momenti in cui pensi di cancellarti da qualche community, ma poi pensi di fare delle brutte figure. Pertanto, subisci in modo apatico e poco reattivo. Ma forse sarebbe il caso di prendere la drastica decisione.

Addirittura i gruppi WApp sono in uso anche tra i componenti delle ristrette mura domestiche. Tanti i nuclei familiari che si parlano attraverso WApp. Che comunicano tra di essi su spostamenti e incombenze varie. In alcuni casi si racconta anche di mamme che a distanza offrono generose dritte ai loro figli di ritorno a casa per una “pronta” cucina, mentre sono in riunione con il loro capo.

Mi domando.

Dove stiamo andando?

Confesso di non riuscire personalmente a mettere un freno alla valanga comunicativa. Eppure vorrei tanto concentrarmi su una comunicazione più qualitativa e meno quantitativa. Tanto quanto per dare soddisfazione a chi mi scrive e non rispondere solo per forma.

Una curiosità.

Tra me e mia moglie il WApp non imperversa. L’applicazione é restata lettera morta, inaspettatamente fuori la porta del nostro rapporto. Apprendo, invece, di coppie che ne fanno grande uso.

Mi devo preoccupare? Sarà un bene? Sarà un male? Almeno spero il contrario. Cioè di essere riuscito a difendere a denti stretti il mio fortino di intimità familiare, servendovi dove e quando delle classiche telefonate che allungano … la vita!

Nicola Campoli

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