Lasciare Cariati stamattina alle primissime luci dell’alba, per far rientro a Napoli, mi ha procurato una strizza al cuore.

Sapere di lasciare dei tempi di vita più blandi e sereni, per abbracciare un mondo frenetico e sempre di corsa, mi crea qualche ansia. Guardare i colori del paesaggio costiero e le mura del borgo antico di Cariati, illuminati ancora da una luna piena, mi ha alimentato nel contempo mille emozioni e tanti pensieri. La fine delle vacanze estive nel mio immaginario, segna sempre per abitudine l’inizio di un nuovo anno di lavoro, ma anche un “campanello” che mi porta a fare tanti bei propositi e a stimolare nella mia mente tante liete aspettative. Avrete capito che non é il mio sentimento di malinconia e tristezza, ciò di cui voglio renderVi partecipe, ma tutt’altro. Mi fa piacere, infatti, ragionare con Voi cariatesi doc e appassionati turisti, sull’idea di una Cariati che tutti sogniamo. Per chi la vive tutto l’anno e per chi l’ha eletta come sua seconda residenza. L’esercizio che provo a fare é quello di bruciare i prossimi 12 mesi e ritrovarmi tra un anno a poter raccontare di un paese non più inchiodato ai severi blocchi di partenza, ma schizzato per una corsa verso un reale cambiamento. Uno spirito operoso che avrebbe di che incuriosire tutti coloro che hanno a cuore le sorti del paese. Mi limito a pochissime considerazioni, anche per non apparire ripetitivo. Non é più accettabile assistere al drammatico spettacolo dei cumuli di immondizia, senza che nessuno ne parli o informi residenti e turisti. Le strade del paese non possono versare in un degrado fatto di scarsa pulizia, erba incolta e buche. La potabilità dell’acqua non può più cambiare a giorni alterni, con le persone che devono rincorrere l’ultima ordinanza comunale per sapere quel giorno come devono comportarsi. Lo stesso vale per la qualità del mare. Le colpe della sua scarsa limpidezza in alcune giornate non sono attribuibili ai depuratori di Cariati, ma bisogna capire di chi sono le responsabilità in merito tra i Comuni confinanti. Ordinare un lungomare, che in special modo la sera appare come un mercato di tutto un pò a cielo aperto. Infine, avere delle spiagge pulite e non doversi “tassare” per renderle agibili dopo la stagione invernale. Non sarà facile affrontare tali questioni visti i tempi di crisi economica che attraversa l’Italia e di rimbalzo le amministrazioni comunali, ma con un po’ di buona volontà penso che qualche piccolo passo in avanti si potrà fare verso una Cariati più vivibile, a vantaggio principalmente per coloro che la vivono tutti i giorni. Oggi “praticare il cambiamento”, a partire da queste vicende, può essere il motore di una nuova fase per Cariati, segnata non più da una comunità slegata, ma dalla cultura dell’incontro tra persone diverse che possono collaborare non per il gusto del contrasto, ma per il desiderio di servire il bene comune in un periodo non facile della nostra nazione. Quindi, l’invito che mi sento di rivolgere, lasciando Cariati per un presto arrivederci, é quello di Papa Francesco: andare incontro a tutti, senza aspettare che siano gli altri a cercarci. Comunque vada a finire, e non sapendo se solo una delle criticità segnalate dovesse trovare una sua definitiva soluzione, da qui a un anno, sarei contento anche solo se a Cariati ricominci nuovamente a “battere il tempo dell’entusiasmo”. Nicola Campoli

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