La lacerazione delle minoranze consiliari si sta consumando sui social.

La lacerazione delle minoranze consiliari si sta consumando sui social, dove si è aperto un “dibattito” francamente sconfortante. Il motivo del contendere sono le elezioni amministrative del 2016.

Ma proviamo a tracciare, con tutti i limiti della sintesi, un quadro riassuntivo. In origine, i consiglieri di opposizione sono 4: Cosentino, Critelli, Greco e Sero (Mario), cui si aggiunge successivamente, dopo le sue dimissioni da assessore, Sergio Salvati, adesso rappresentante del Pd. Sero (Mario) lo scorso anno abbandona la carica, adducendo nobili e condivisibili motivazioni, ed al suo posto subentra la Ciccopiedi. Dopo qualche tempo il Critelli si “stacca” dal gruppo che forma assieme alla Greco ed inizia il percorso, legittimo, di battitore libero.

Da questo episodio traggono origine e si alimentano le polemiche intestine alle minoranze: ciascuno addossa all’altro la responsabilità di un evidente scollamento. E fioccano precisazioni, smentite, conferme, tesi ritratte, giustificazioni, discolpe, prove, attenuanti da retroguardia, come se eventuali colpe fossero da attribuire a questo o a quello. Ed invece, se di colpe ne esistono, forse sarebbe più equo, e politicamente corretto, ripartirle in parti più o meno eguali. Nel gran baillame s’inserisce il “cittadino” Mario Sero, il quale, pacatamente, non ritiene che “nella attuale maggioranza, e neppure nella attuale opposizione, ci siano persone che sappiano aggregare e, soprattutto, che abbiamo le idee chiare”. Apriti cielo.

Filomena Greco, a seguire, affida ad un comunicato stampa considerazioni, anch’esse pacifiche, che infiammano la rete e coinvolgono perfino l’’amabile Maria Elena Ciccopiedi, scatenando, come in una reazione a catena, le osservazioni dell’impettito Sergio Salvati; eccitando perfino Tommaso Critelli e provocando l’ira funesta del Sero (Mario).

Si tiene a debita distanza dalla mischia il consigliere Francesco Cosentino. La verità, dice Anderson ne “L’attimo fuggente”, è una coperta che lascia scoperti i piedi, e chi gongola di codeste baruffe non è certamente il sindaco Filippo Giovanni Sero, ma il partito socialista che questi sostiene e che si prepara, con rinnovato spirito battagliero, a raccogliere il formidabile assist passatogli dalle minoranze.

Se questo è lo spettacolo che sono in grado di offrirci i nostri politicanti, ci ritroveremo, fra un anno, a riconsegnare una comunità rassegnata e remissiva proprio ai carnefici che l’hanno distrutta.

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