A CIVITAVECCHIA TURISMO A GONFIE VELE LA CENTRALE A CARBONE NON DÀ ALCUN FASTIDIO MENTRE DA NOI ABBIAMO LASCIATO ANDAR VIA COSTA CROCIERE! ROSSANO (Cs) Giovedì 29 Luglio 2010 Enel, a Civitavecchia il turismo va a gonfie vele. La presenza di una mega centrale a carbone non soltanto non fa gridare alla catastrofe ambientale ed alla probabile ipoteca sulle vocazioni turistiche, ma, addirittura convive perfettamente con la presenza, sempre in crescita, di uno dei più importanti porti in termini di flussi crocieristici del mediterraneo, superiore a Barcellona. A darne notizia, è ancora una volta la stampa nazionale in un articolo a firma di Mario CAPPELLI su CULTURALNEWS. Dai dati emersi, la centrale a carbone di Civitavecchia, doppia per produzione di energia (2000 megawatt) rispetto a quella progettata per Rossano (800 megawatt), non soltanto si incastra in un equilibrio ambientale già esistente, ma addirittura non tange, né da un punto di vista di presunto impatto ambientale, né tanto meno estetico, lo straordinario andirivieni di turisti che sbarcano ed imbarcano da quel porto. Civitavecchia ha infatti superato i 2 milioni di passeggeri e sin dora ha già dichiarato per il 2011 il tutto esaurito. Insomma, altro che impatto ambientale e crollo del turismo. A Rossano, di contro, una centrale già esiste da oltre 30 anni. Dovrebbe soltanto essere riconvertito lattuale impianto, tra laltro con tecnologie allavanguardia, rispetto al passato. Il porto che dovrebbe assurgere alle stesse funzioni di quello di Civitavecchia, potrebbe essere quello di Corigliano. Solo di recente, limponente infrastruttura realizzata diversi anni fa, si è aperta ai mercati commerciali e turistici euro-mediterranei. Per diversi anni, infatti, è rimasto del tutto inutilizzato. Nonostante il lento e complicato avvio, il porto di Corigliano, ancora privo di servizi basilari, si attesta tra i porti con i costi dattracco più alti per le navi da crociera. Ciò a quanto pare, ha determinato dopo solo 2 anni di sporadici attracchi, la rinuncia di COSTA Crociere a mantenere la destinazione ionica tra le tappe proposte nella sua vasta offerta turistica. Tra laltro, nessuno studio da quello che ci risulta, è stato effettuato per tentare di capire se a lungo medio termine, i dati numerici dei flussi crocieristici avrebbero in qualche modo potuto eguagliare o quantomeno avvicinarsi a quelli registrati a Civitavecchia. Il tutto, comera prevedibile ovviamente si è consumato nellindifferenza generale, alla faccia dello sviluppo, del sempre invocato turismo e dell economia del luogo. Da queste parti, si continua sempre a gridare allo scempio ambientale, quasi come se vivessimo nellEden e come se fossimo cittadini altamente rispettosi dei luoghi, in cui viviamo. Rifiutiamo pregiudizialmente il confronto e in modo del tutto falsato e spesso pretestuoso, citiamo dati non supportati da studi realmente effettuati. Ipotizziamo il declino di unagricoltura e di un turismo che, nei numeri e nei fatti, dicono cose ben diverse rispetto alla realtà che siamo riusciti a determinare nellintera area regionale e ai successi evidenti registrati da altri Paesi e città, CIVITAVECCHIA inclusa. Come per le ormai famose spigole e orate, prodotte nella centrale di Civitavecchia (notizia diffusa da il Sole 24 Ore del 26.7.2010 e non smentita), che qualcuno di certo comprerà, qualcosa dunque non torna. Dovè lintoppo nel ragionamento? Come mai nel Lazio, turismo e agricoltura ci sono, si toccano con mano, determinano numeri e reddito senza alcuna influenza negativa connessa alla presenza di una centrale costruita ex novo, mentre a Rossano la sola ipotesi di riconversione fa prospettare scenari apocalittici? Eppure lagricoltura nel nostro caso è per tre quarti a nero e con poche eccellenze a fronte di scarsa propensione alla qualità e semmai, alta dimestichezza alla truffa comunitaria. Il turismo a sua volta è per lo più stagionale, spesso non professionalizzato, di consueto a nero (quanti occupati corrispondono ai posti letto vantati?) ed alla giornata. Come mai, quindi, da premesse identiche, anche in questo caso, si dovrebbe arrivare a conclusioni opposte? Quale sarebbe lulteriore differenza tra Civitavecchia e Rossano? Come mai, li, il turismo che cè non crolla ma aumenta e qui, quello che non cè mai stato per cause endogene, dovrebbe essere menomato da una centrale di potenza ridotta rispetto a quella di Civitavecchia? É così grave e blasfemo esigere un confronto nel merito e nel metodo, comparativo e senza paraocchi?
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