ITE, LICEO SCIENTIFICO DI MIRTO Uscita didattica: Museo Archeologico di Sibari

Giorno 25 Gennaio gli alunni del Liceo Scientifico e dell’Istituto Tecnico Economico di Mirto Crosia, in concomitanza con il percorso di PCTO presso il Tribunale di Castrovillari (accompagnati dai docenti: Caterina Urso, Nicola Filardo), hanno visitato il Museo Archeologico di Sibari guidati dalla Prof.ssa Adele Ester Borgese, Docente di Disegno e Storia dell’Arte.

I ragazzi hanno scoperto, attraverso i reperti conservati all’interno del museo, una parte di storia del loro territorio, per alcuni sconosciuta. All’interno del Museo hanno ammirato i reperti provenienti dall’antica Colonia Magno Greca di Sibari, fondata nel 720 a.C., ma anche reperti provenienti dal territorio circostante: Francavilla Marittima, Castiglione di Paludi, Torre del Mordillo, Broglio di Trebisacce, Cariati, apprezzandone il valore e conoscendone anche l’uso sia in campo domestico che funerario. I ragazzi sono rimasti sorpresi e stupiti dalla ricchezza e dalla storia del territorio, attraverso le tante testimonianze materiali esposte all’interno del Museo, propositiva  l’interlocuzione con la docente che ha risposto alle loro tante curiosità. L’esperienza è stata arricchita, anche, dalla formazione e dal bagaglio di esperienza professionale della Docente in campo archeologico, come collaboratrice della Sovrintendenza Archeologica della Calabria.

L’antica colonia di Sibari sorgeva al centro della vasta pianura alluvionale circondata dal Pollino e dalle ultime propaggini della Sila Greca, solcata dai fiumi Crati e Sybaris (odierno Coscile). Qui nell’VII sec. a. C. gli Achei fondarono una città destinata a divenire una tra le più potenti e prospere della Magna Grecia. All’interno del Parco archeologico, nel corso dei secoli si stratificarono tre città: Sibari, Thuri, Copia.

Tra i tanti reperti di grande interesse, conservati all’interno del Museo, la teca che raccoglie gli oggetti ritrovati a Cariati: L’armatura in bronzo, composta da un elmo con paraguance e corazza  risalenti al VI sec. a.C. Uno degli oggetti di maggior pregio, Il toro cozzante, statuetta in bronzo ritrovata all’interno di un edificio dell’antica colonia romana di Copia, risalente al V sec. a.C., considerato dagli studiosi, per la bronzistica Magno Greca, la scoperta più importante dopo i Bronzi di Riace.

Il progetto architettonico del Museo è stato elaborato in ragione di una possibile progressiva disponibilità di conoscenze, di reperti e di fìnanziamenti, assumendo la modularità dei volumi edilizi e la flessibilità – funzionalità degli spazi, quali essenziali peculiarità. L’edificio, di circa 4.000 mq. distribuiti su due livelli, si compone di un nucleo centrale che ha la funzione di organizzare gli ambienti e i percorsi del museo, di quattro unità espositive e di un corpo servizi. Sono stati previsti, oltre agli spazi espositivi, gli ambienti destinati alle molteplici attività amministrative e scientifiche proprie di un organismo museale: magazzini per il materiale proveniente dagli scavi, studi, laboratori di restauro, di disegno e fotografici, depositi di riserva dei reperti non esposti, uffici, locali di controllo. Il complesso edilizio, ultimato nel settembre 1992, è attualmente operativo per le funzioni amministrative, di ricerca, studio, restauro e conservazione. L’11 febbraio 2017 sono stati consegnati al Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide, insieme al Parco Archeologico anche i nuovi moduli museali eseguiti con finanziamento PON. Queste risorse, destinate al recupero dei danni causati dall’esondazione del Crati nel 2012, hanno consentito la progettazione di un Museo non solo più grande, arricchito di un nuovo modulo ma anche più moderno per la costruzione di un nuovo deposito e di spazi per allestimenti multimediali.

Prof.ssa Adele Ester Borgese

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