Il dispiacere di trovare un paese vuoto.

C’é poco da pensare. Chi non vive Cariati quotidianamente, quanto il sottoscritto ma periodicamente, non può non accorgersi, quando ne ha l’occasione, che il Paese é vuoto. Passeggiare sul lungomare e per il centro storico, o frequentare gli esercizi commerciali, grandi o piccoli che siano, porta a incontrare più volte durante il giorno, le stesse persone. Tanti anziani e soggetti di mezza età. Ragazzi in età scolare. Inesistente la fascia dei giovani che hanno superato la maggiore età. É inutile riflettere sui motivi dello spopolamento. Sono chiari ai tanti. Mancanza di opportunità di lavoro. Un Paese che offre molto poco anche in tema di accoglienza turistica. Totale assenza di una progettualità che faccia intravedere una speranza per un riavvio dell’economia locale. Nelle persone serpeggia tanta demotivazione. Pochissime le speranza per il futuro. Tutto appare difficile e complicato. Al punto, che é ripreso in modo consistente il fenomeno dell’emigrazione di interi nuclei familiari verso la Germania. Dove trovare le motivazioni, affinché si inverta la preoccupante tendenza? Serve una scossa. I tempi certo non torneranno come prima, visto anche il momento economico che attraversa l’Italia. A chi l’arduo compito di ricostruire un senso di comunità, ormai scomparso? Chi deve ricomporre i valori fondanti della comunità? Il compito é della buona politica e delle sorgenti culturali. Occorre che ritrovano prima insieme e poi con il popolo le ragioni all’impegno pubblico e al sentirsi comunità. Oggi mancano i motivi. Sarebbe ora di ritrovarli, affinché Cariati non continui a spopolarsi avendo dalla sua ancora la possibilità di riemergere dal letargo. Tutto deve essere, però, realizzato con il cuore. Dimenticavo Buona e Serena Pasqua a tutti! Nicola Campoli

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