Il blocco continua nonostante la pioggia. Concesso il passaggio di due cisterne per il percolato, ma operazioni ispezionate.

Nonostante la pioggia a dirotto, il blocco della strada che porta al cosiddetto polo tecnologico di Bucita continua ad oltranza. I faccendieri della regione stanno probabilmente sperando che la pioggia fiacchi l’opposizione all’ennesima porcheria partorita dal Dipartimento Ambiente, trattasi di vane speranze: il bando per l’esportazione di rifiuti deve essere ritirato. Il comitato ha subito molte pressioni per far passare almeno le cisterne per il ritiro del percolato dalle discariche di Bucita, fino ad essere stato minacciato di denuncia per disastro ambientale nel caso le vasche fossero traboccate. Abbiamo chiesto ed ottenuto di ispezionare le vasche della discarica pubblica già sequestrata per disastro ambientale nel 2009 e dissequestrata poche settimane fa per essere nuovamente sequestrata dopo 4 giorni. Lo spettacolo che ci si è parato davanti è raccapricciante: più che una bomba ad orologeria, la discarica pubblica di Bucita dimostra di essere una bomba ecologica già esplosa che avvelena la nostra terra secondo dopo secondo: la richiesta di dissequestro di quel sito da parte della Regione rappresenta un atto criminale e indecente. Non avendo alcuna intenzione di peggiorare la già drammatica situazione ambientale e sanitaria del sito, abbiamo concesso il passaggio di due cisterne per il prelievo del percolato, la prima alle ore 14.00, la seconda alle ore 18.00, ma solo a patto di ispezionare le operazioni di prelievo. Abbiamo per questo ispezionato il primo prelievo che però, con nostra sorpresa, non è stato effettuato presso quelle sottospecie di vasche a valle della discarica pubblica, bensì presso le vasche nei pressi dell’impianto che raccolgono le acque reflue. Qualora in seguito si manifesterà il pericolo di traboccamento di percolato dalle discariche, le responsabilità sono da attribuire esclusivamente a chi ha effettuato questa scelta: inutile muovere altre pressioni. Il capo del Dipartimento Politiche per l’Ambiente, Bruno Gualtieri, e l’assessore regionale Pugliano, con la loro arroganza hanno preferito il muro contro muro alla ragionevolezza del ritiro di un bando emanato senza alcuna consultazione dei territori e delle istituzioni. Non scioglieremo il blocco fino al ritiro del bando. — Riportiamo dal primo comunicato: “Ricordiamo che il bando in questione spende 90 mln di euro di soldi pubblici in un anno, che tale bando prevede che 750 tonnellate al giorno possano essere conferite a Bucita laddove già conferiscono 36 comuni del comprensorio e laddove ci sono già due discariche di cui una, sempre di proprietà della regione, sequestrata per disastro ambientale. Non solo: tale bando prevede che tutti i rifiuti tal quale della provincia di Cosenza possano finire nel porto di Corigliano Calabro, assuefacendo le infrastrutture già carenti di quest’area, facendo diventare la sibaritide una enorme stazione di trattamento rifiuti. I cittadini non si muoveranno da qui finché la regione non avrà ritirato il bando. “

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