i lavoratori puntano l’indice contro la curia:

Cinquanta mesi senza stipendio. Da più di quattro anni 30 famiglie, praticamente oltre la soglia minima dalla quale si entra nel baratro della povertà, vivono un incubo senza fine. Ma in fondo a quel maledetto tunnel, per i lavoratori della Casa Protetta Santa Maria il buio è sempre più buio. Tredici di loro, aderenti alla sigla sindacale Sdl, si sono riuniti in assemblea per il punto di una situazione che sembra senza via d’uscita. Ecco cosa scrivono nel verbale inviato all’Arcivescovo della diocesi Rossano – Cariati, Santo Marcianò; al presidente della giunta regionale, Giuseppe Scopelliti; all’azienda sanitaria provinciale di Cosenza e al sindaco di Bocchigliero, Luigi de Vincenti: “In questa vicenda ci sono gravi violazioni che stiamo subendo per negligenze delle gestioni passate e presenti. Dopo infiniti incontri, riunioni, vertici, nessuno ha avuto la capacità di risolvere il problema, il nostro vitale problema. Noi siamo sempre stati disponibili 24 ore al giorno, ma ora l’entusiasmo si va spegnendo perché non riusciamo più ad andare avanti”. Senza giri di parole, i lavoratori puntano l’indice contro la curia: “Crediamo che la Curia non doveva permettere questo scempio, né può sottrarsi a precise responsabilità, visto che amministra è da essa nominato. Non possiamo ancora lavorare gratis per il bene sociale. Sicché è giunto il momento di dire basta crediamo che la Curia capitanata dall’ Arcivescovo non doveva permettere questo scempio, non si può immaginare e pretendere che il risanamento di una cattiva basta ai tanti personaggi che gestiscono la struttura: e diciamo basta all’Arcivescovo Santo Marcianò, il quale non ha saputo condividere i problemi che quotidianamente assillano le nostre famiglie. Eppure bastava poco. Noi crediamo che il presule non creda al futuro dell’istituto, giacché i fatti parlano chiaro: troppo disinteresse nei nostri confronti. Forse sperava che i debiti prodotti dalla scellerata gestione del passato potessero essere appianati da immani e duraturi sacrifici dei soli lavoratori?” La rabbia e la delusione: “Siamo in una società dove non esistono valori, non esiste solidarietà, non esiste coerenza. Pensavamo che la Curia s’impegnasse alla soluzione del problema, ma ci dobbiamo ricredere con grande amarezza”. Per i lavoratori non è possibile che il salario sia diventato un “obiettivo impossibile” e si scusano “anticipatamente per i disagi che nei prossimi giorni verranno a crearsi all’interno della Casa Protetta”. Pagheranno altri deboli, gli anziani ricoverati alla Santa Maria: “Per colpa di ben individuati responsabili, non possiamo garantire in modo normale le prestazioni giornaliere, poiché siamo costretti a cercare alternative per garantire ai nostri familiari e ai nostri figli il pane quotidiano”.

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