I giovani di Cariati devono offrire il loro contributo in termini di sogni che possono diventare realtà.

Dal 7 al 10 agosto scorso nel Comune di Amantea, in provincia di Cosenza, c’é stato La Guarimba. Ne hanno parlato tutti i più importanti quotidiani a tiratura nazionale. Anche Sergio Rizzo, nota firma del Corriere della Sera, ha dedicato all’iniziativa un articolo pubblicato sul Sette, supplemento del quotidiano milanese. Si é trattato del primo festival internazionale del cortometraggio. Sono arrivati ben 182 film provenienti da 41 paesi. Di questi 19 sono stati italiani. Della giuria, che ha esaminato i lavori, ha fatto parte l’ex candidato all’Oscar, Nacho Vigalondo. C’é stato un grande successo di pubblico, nonostante il triste imprevisto, accaduto alcuni giorni prima dell’avvio della manifestazione, della morte del Sindaco di Amantea. L’evento é costata alcune migliaia di euro. Non ci sono stati finanziamenti pubblici. La gran parte del lavoro é stato compiuto da volontari locali. L’ideatore del progetto é stato un giovane originario di Amantea, Giulio Vita, di soli venticinque anni. E’ stato ridato vita a un vecchio cinema all’aperto da 900 posti, oramai divorato dalla vegetazione e dall’abbandono, dove si sono tenuti i momenti principali della manifestazione. Giulio Vita, cui é venuta l’idea del festival, é nato da padre calabrese e madre di origini venezuelane. A 15 anni emigra con la madre a Caracas, dove nel 2007 riesce a filmare e mettere on line il proprio arresto, durante una manifestazione di protesta contro l’oscuramento di una emittente locale. Lasciato il Venezuela nel 2008 a causa della situazione economica del Paese e della delinquenza diffusa, Giulio Vita si trasferisce a Madrid per studiare all’Istituto del Cinema. Da lì raggiunge il padre ad Amantea ogni estate, come faceva da piccolo, dove lavora come cameriere. Nel 2011 convince amici, attori e professionisti del mondo del cortometraggio, a realizzare un film su Amantea. Lo promuove in vari festival e riceve diversi apprezzamenti, ma l’impressione che ne ricava è che il mondo del cinema è in mano a un’oligarchia e le rassegne sono tutte già segnate in partenza. Con alcuni amici, allora, riflette sulla possibilità di un festival libero, alternativo, che nasca dal basso. Quindi, arriva a pensare di puntare sul cortometraggio e grazie al supporto ricevuto dalla gente di Amantea per realizzare la sua prima opera, ritiene il Comune della provincia di Cosenza il luogo ideale per lanciare il festival internazionale del cortometraggio. Nell’estate del 2012 Giulio Vita segue un corso su YouTube a Madrid per creare siti web. Ed é in Spagna che realizza la prima versione di laguarimba.com. Ad agosto dello scorso anno torna ad Amantea e, dopo aver convinto il proprietario a riaprire il cinema Arena Sicoli per il festival, si stabilisce lì. Durante tutto l’inverno passato, inizia a realizzare un enorme lavoro sui social network: Facebook, Twitter, Linkedin, Google Plus e Instragram e così via. Per promozionare Amantea e cercare supporto nella realizzazione della manifestazione, inizia a intervistare i personaggi della zona, quelli che lavorano con le mani. Si é fatto raccontare cosa c’è di bello ad Amantea e l’ha messo su YouTube e diffuso in rete in modo continuo. Grazie al video gli amanteani hanno familiarizzato con l’idea della manifestazione e hanno offerto il proprio supporto nel realizzarla. A febbraio Giulio Vita partecipa come indipendenti al festival del cortometraggio di Clermont-Ferrand, il più grande d’Europa. Racconta il suo progetto e trova partner di mezzo mondo. Questa é una bella storia di un Sud operoso, dove un giovane, unitamente a tanti altri suoi coetanei, é riuscito a realizzare un progetto che ha tutte le caratteristiche per restare nel tempo, rappresentando un ottimo viatico per lo sviluppo del territorio. É stato capace da una idea, forse inizialmente impossibile da realizzare, a far germogliare qualcosa che ha animato un’intera comunità. Che ha appassionato la gente, che si é sentita, una volta coinvolta, orgogliosa di lavorare per un obiettivo comune, sviluppando il qualificato sentimento dell’accoglienza. Non bisogna mai rinunciare a vivere i propri sogni, avendo lo spirito positivo per farli crescere. L’esperienza di Giulio Vita é una conferma. Sono certo che anche a Cariati ci sono dei giovani in grado, prima o poi, di lanciare il cuore oltre l’ostacolo, per capitalizzare le ricchezze storico, artistiche e ambientali del luogo. E’ in questo ambito che va cercata la “ricetta” per rilanciare Cariati, cui non manca nulla per riprendere il cammino del cambiamento e per “riacciuffare” i fasti di un tempo. I giovani di Cariati con il loro bagaglio di esperienze locali e nazionali devono sentirsi a servizio della loro comunità di origine. Offrire il loro contributo in termini di sogni che possono diventare realtà. Avrei un’idea semplice dentro questa cornice. Istituire un laboratorio sperimentale, dove far confluire pensieri e progetti dei giovani under 30 di Cariati. Sarebbe un bene, per favorire un cammino verso il futuro di una comunità, quanto quella di Cariati, che ha tanto da esprimere. Azzardare in tale direzione lo si deve alle nuove generazioni cariatesi, per trasferire loro un messaggio di speranza per il loro avvenire. Nicola Campoli

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