FLAVIO STASI: Lettera aperta alle redazioni degli organi di informazione nazionali.

Chi si ricorda della Calabria solo per la cronaca è complice della ‘ndrangheta. Gentili direttori, redazioni, giornalisti, avete puntato i riflettori sulla Calabria, varcando l’insormontabile confine del Pollino, per un fatto di cronaca orribile e drammatico, lo avete fatto nella vostra libertà di operatori dell’informazione su cui di certo non oserei sindacare. Da questa storia ne è uscita, volontariamente o meno, l’immagine di una Calabria retrograda e incivile, un purgatorio fatto di uomini e donne al confine tra l’intelletto e la barbarie. Avete suscitato quel vecchio sentimento di astio e leggerezza verso le proprie origini a cui il nostro popolo è condannato dall’unità d’Italia ad oggi. Le altre volte che avete scritto e ripreso quel che accade su questi luoghi è stato per il tragico incidente ferroviario che ha tolto la vita a sei braccianti rumeni, per i delitti di ‘ndrangheta, per il disastro idrogeologico sulla Salerno – Reggio Calabria, per mostrare dei forestali assenteisti e così via. Ottimo. È chiaro che per voi la Calabria è una comoda terza pagina di cronaca tra la politica e lo sport. Ora però mi appello accoratamente a quella insindacabile libertà di informazione a cui fate bene ad appellarvi ogni qual volta viene messa in discussione la vostra imparzialità, e lo farò ricordandovi tutte le volte in cui la vostra libertà si è trasformata in colpevole complicità. Non c’eravate quando sono state ritrovate 230 mila tonnellate di rifiuti tossici nelle campagne del reggino e del vibonese provenienti anche da impianti dell’Enel, uno scandalo che in altri paesi avrebbe avuto visibilità colossale e avrebbe di certo comportato le dimissioni dell’Amministratore Delegato dell’azienda a partecipazione statale, come non c’eravate quando un intero territorio si ribellava ad un progetto barbaro di riconversione a carbone della centrale di Rossano, come non ci siete ora mentre l’intera fascia ionica si ribella alle trivellazioni in mare. Lo fate perché Enel paga salatissimi conti pubblicitari alle vostre redazioni. Non c’eravate quando i cittadini denunciavano i soprusi di ENI nel crotonese, non ci siete oggi quando i cittadini chiedono le bonifiche di quei disastri sanitari, ma avete ripreso quando le scorie tossiche della azienda petrolifera sono state ritrovate nelle scuole, una notizia che avete dato per poco ed a malincuore, come se nulla fosse accaduto prima, come se nulla stia accadendo ora. Eni non paga spot salatissimi alle vostre redazioni? Anche quanti tra di voi non disdegnano scomode inchieste e si sono trovati a rendere pubblica la contraddizione tra i miliardi di euro spesi nella TAV (contro la volontà delle popolazioni) e lo stato disastrato dei servizi ferroviari locali in giro per l’Italia (questi sì agognati dalle comunità), hanno tralasciato la chiusura di tutte le stazioni ed il taglio di tutte le tratte a lunga percorrenza sulla fascia ionica calabrese. Ignorate, cioè, che l’azienda ferroviaria a partecipazione statale sta negando il diritto alla mobilità a qualcosa come un milione di persone. Ignorate che quelle comunità si stanno ribellando occupando treni e stazioni, ignorate che nonostante l’estrema civiltà (oltre che ragione) di questa ribellione, lo Stato provveda a denunciare le popolazioni che osano manifestarsi. Avete ignorato le comunità che si sono ribellate alla chiusura degli ospedali, alla negazione cioè del diritto alla salute tutt’oggi in atto occupando strade, scuole, luoghi istituzionali. È evidente che quella società civile che si manifesta contro i poteri forti, che voi ignorate, non fa parte di quella Calabria che voi descrivete ed a cui volete assimilarci, come è evidente, fino a fattuale smentita, la vostra complicità. Ebbene, esiste anche un altro campo dove si gioca la stessa partita ma con diversi avversari e, purtroppo, gli stessi spettatori. La Calabria è terra di ‘ndrangheta, e questo lo sapete. Che la ‘ndrangheta speculi su lavori pubblici e rifiuti lo sapete pure. Eppure nessuno di voi ha riportato, per esempio, che lo Stato Italiano ha dovuto restituire alla Comunità Europea circa 380 milioni di euro legati a frodi sulla Salerno – Reggio Calabria, e che l’ufficio anti-frode europeo ha rilevato un sistema di collusione tra pubblico, privato, banche e ‘ndrangheta. Avete appena accennato della Commissione Parlamentare d’Inchiesta sugli illeciti connessi al nostro ciclo dei rifiuti, che parla di “impunibilità dei soggetti coinvolti”, di “immobilità delle procure”, di un “sistema di potere non estraneo ad interessi politico-malavitosi”. Avete invece completamente oscurato le strade di Crotone piene cittadini che sfilavano per la chiusura del commissariamento all’emergenza rifiuti. Ignorate i cittadini che denunciano quotidianamente i soprusi dei colletti bianchi, le omissioni e le collusioni delle istituzioni, l’isolamento in cui persino le istituzioni locali alle volte si trovano contro l’apparato istituzionale-‘ndranghetista dei rifiuti calabresi. Ignorate il mancato funzionamento degli impianti, il mancato rispetto delle normative di prevenzione idrogeologica, le ordinanze regionali illegali ed illegittime, gli uffici pubblici al servizio delle aziende, l’eterna condizione di emergenza sistematicamente creata per zittire l’opinione pubblica: tutto sistematicamente denunciato e da voi ignorato. Concedetemi una provocazione: anche la ‘ndrangheta spa vi paga gli spot? Del resto anche quella è un’azienda parastatale. Siete sempre pronti a riprendere quando qualcuno preme il grilletto. Siamo convinti invierete intere troupes quando il dissesto idrogeologico e altre omissioni si manifesteranno tragicamente; quando un’istituzione qualsiasi verrà arrestata (e sostituita); quando la comunità europea ci multerà; quando un intero sistema collasserà schiantandosi di peso sul territorio, l’unico a pagare realmente. Questo sarà funzionale a tracciare continuità con quella Calabria troglodita e omertosa che vi piace descrivere nei fatti di cronaca e che, per nostra fortuna, non corrisponde per nulla alla realtà. A noi celebrare morti, arresti e denunciare i disastri dopo che sono avvenuti non serve a nulla. Finché non cambierete il modo in cui utilizzate la vostra libertà di informazione a senso unico, i complici di quella Calabria troglodita e arretrata siete soprattutto voi, media nazionali, alleati persino della criminalità organizzata a scapito dei tanti calabresi puliti, onesti e coraggiosi che amano la propria terra e lottano quotidianamente per la propria dignità, ma anche per il futuro di un territorio splendido che potrebbe essere una risorsa enorme per l’intero paese e che invece sembra essere destinato allo spopolamento. Se può servire a lenire la vostra coscienza non preoccupatevi: mentre voi tenete colpevolmente lontana la luce artificiale dei vostri riflettori, ci sono calabresi che continueranno a lottare comunque soltanto per vedere splendere la luce del sole ogni mattino sulle proprie bellezze. Flavio Stasi Calabrese

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