FILOMENA GRECO: RIVENDICAZIONE DIRITTI, CONTINUA IMPEGNO

COMUNICATO STAMPA N.131 – FONTE: COMUNE DI CARIATI (Cs) – 4.11.2022

EMERGENZE COME CATENE INGIUSTE, S.LEONARDO ISPIRATORE

COMUNITÀ HA FESTEGGIATO SANTO PATRONO

 

CARIATI (CS), lunedì 7 novembre 2022 – In questi anni, senza mai perdere la bussola dello spirito di servizio che rappresenta la lettura laica del sacro senso delle istituzioni pubbliche che si è chiamati a rappresentare, ci siamo ispirati spesso alla liberazione dalle catene ingiuste di cui Leonardo si è fatto promotore nella sua vita. Lo abbiamo fatto quando abbiamo guidato, qui ed altrove, in Calabria ed a Roma, sempre da co-protagonisti nel e del territorio i tanti e diversi momenti di giusta rivendicazione, difesa e promozione dei diritti fondamentali di questa terra: da quello alla salute a quello alla giustizia, da quello alla mobilità a quello alla sicurezza, da quello all’acqua a quello alla corretta ripartizione delle risorse europee e nazionali destinate a colmare gli ereditati ritardi di sviluppo della nostra regione. (..). Per tutti questi motivi questo 6 novembre è un rinnovato giorno importante per tutti, per la nostra comunità e anche – lasciatemelo confessare laicamente – per il percorso personale ed istituzionale che sento di aver vissuto, fino ad oggi e che porterò a termine, per questa consiliatura, nei prossimi mesi, con immutata fede e passione civile.

Sono, questi, alcuni dei passaggi dell’intervento del Sindaco Filomena Greco in occasione della consegna delle chiavi della Città al Santo Patrono Leonardo avvenuta ieri, domenica 6 novembre, in Piazza Rocco Trento, dopo la processione e la celebrazione della Santa Messa alla presenza di Mons. Maurizio Aloise, Arcivescovo della Diocesi Rossano-Cariati.

ALLEGATO INTERVENTO INTEGRALE

SAN LEONARDO 2022 – CONSEGNA CHIAVI CITTÀ

INTERVENTO SINDACO DI CARIATI FILOMENA GRECO

Il 6 novembre di ogni anno rappresenta quasi uno spartiacque spirituale per la comunità di noi cariatesi, una pausa di analisi e di riflessione, intima e sociale, sul passato, sul presente e sul futuro.

Oggi è l’ultima volta in questa consiliatura che indosso la fascia da primo cittadino per i festeggiamenti in onore di San Leonardo nostro Patrono e questo per me un momento non solo colmo di emozione ma anche di bilancio.

È con questa consapevolezza, che tentando di farmi interprete dei sentimenti laici e religiosi, delle preoccupazioni ma soprattutto dell’ottimismo da preservare dei miei  concittadini che rivolgo anzi tutto a Monsignor Aloisio, guida spirituale della Diocesi e della gente dei nostri territori, e ai nostri parroci che quotidianamente ci ascoltano un grazie per nulla retorico; anzi è un grazie intriso del sapore e della forza autentica di questa nostra terra; della terra in cui viviamo ed in cui siamo felici di resistere e di operare, di pregare e di impegnarci, di sperare e di batterci, di condividere e di sorridere, di aiutare il prossimo e di coltivare sogni, visioni e progetti di crescita e sviluppo.

C’è in ognuno di noi, senza alcuna distinzione, la percezione di aver dato soprattutto in questi ultimi anni, ciascuno secondo la propria vocazione e le proprie attitudini, le proprie forze e la propria visione della famiglia, della comunità e del mondo, un contributo speciale al superamento di crisi e difficoltà. Crisi e difficoltà delle quali, forse per una eccessiva distrazione materiale indotta dalla velocità di uno sviluppo che oggi è tutto da ripensare, avevamo cancellato persino la memoria ereditata dalla passate generazioni.

Con questa chiave di lettura, non abbiamo remore a riconoscere che anche e soprattutto la crisi pandemica sia servita a rimetterci tutti di fronte allo specchio dei nostri limiti, a quelli delle persone e delle famiglie, così come a quelli delle istituzioni e degli stati rimasti letteralmente impreparati di fronte alle sfide ed alle complessità improvvise e globali che tutti, nessuno escluso, siamo stati costretti a governare.

Quante volte in questi anni, per tenere lontano da noi l’insinuarsi dello sconforto, della tristezza ed il senso di prigionia per l’anima e per il corpo nel quale ci hanno scaraventato le  restrizioni alle nostre libertà, restrizioni che prima della pandemia nessuno di noi immaginava di dover subire, quante volte abbiamo rivolto il nostro pensiero e le nostre preghiere a San Leonardo per la sua  particolare protezione degli imprigionati o carcerati ingiustamente che fu e resta il tratto popolare e  distintivo della sua missione terrena.

Ed è forse proprio questa dimensione non solo religiosa ma anche antropologica e sociale di Leonardo – al quale Clodoveo re dei Franchi Salii concesse il privilegio di liberare i prigionieri che avesse incontrato e ritenuto innocenti e che rifiutò nella sua umiltà l’offerta della sede vescovile che gli sarebbe spettata, preferendo ritirarsi in un monastero – il lascito più bello ed emozionante che sento di poter fare mio e di condividere al temine di questa complessa ed entusiasmante esperienza da Prima Cittadina della nostra comunità.

Per queste ragioni San Leonardo è sempre stato nei nostri cuori e nelle nostre menti, nei diversi momenti complicati dell’attività istituzionale ma anche e soprattutto nel nuovo respiro di libertà in senso ampio, anzi tutto libertà di ripensarsi e di osare, di darsi nuovi orizzonti e di superare cliché e tabù del passato, che pur tra tante difficoltà, con coscienza possiamo dire di aver contribuito a far diffondere nei cittadini.

In questi anni, senza mai perdere la bussola dello spirito di servizio che rappresenta la lettura laica del sacro senso delle istituzioni pubbliche che si è chiamati a rappresentare, ci siamo ispirati spesso alla liberazione dalle catene ingiuste di cui Leonardo si è fatto promotore nella sua vita.

Lo abbiamo fatto quando abbiamo guidato, qui ed altrove, in Calabria ed a Roma, sempre da co-protagonisti nel e del territorio i tanti e diversi momenti di giusta rivendicazione, difesa e promozione dei diritti fondamentali di questa terra: da quello alla salute a quello alla giustizia, da quello alla mobilità a quello alla sicurezza, da quello all’acqua a quello alla corretta ripartizione delle risorse europee e nazionali destinate a colmare gli ereditati ritardi di sviluppo della nostra regione.

Ma lo abbiamo fatto in tutto il nostro impegno da rappresentanti della nostra gente nelle istituzioni, promuovendo senso di orgoglio e di appartenenza, preferendo e stimolando sempre confronto e serenità sociale, condividendo prospettive e progetti di cambiamento oltre ogni differenza di visione e di parte; non indietreggiando mai di un millimetro rispetto alla tutela della dignità e della libertà della persona, soprattutto delle sempre più numerose persone in stato di disagio economico, sociale e sanitario; lo abbiamo fatto invitando la nostra comunità a pensare alto, a darsi obiettivi lunghi, a superare conflittualità, divisioni e ad osare nell’immaginarsi artefice e costruttrice di ponti, scenari e bellezza.

Lo abbiamo fatto restituendo la certezza di un lavoro a tante famiglie di precari che da troppo tempo aspettavano risposte dalle istituzioni. Lo abbiamo fatto nella ricerca dei finanziamenti per rendere bello accogliente e sicuro il nostro paese. Lo abbiamo fatto rispetto al variegato mondo del disagio sociale la cui risposta e aiuto è stata e resta la nostra priorità cercando, ogni giorno, con spirito di solidarietà e fratellanza sociale di aiutare nel silenzio quanti vivono condizioni difficili e non solo economiche ma spesso sociali psicologiche e di affetti.

E ci siamo ispirati a quel messaggio dirompente di San Leonardo anche e soprattutto per suggerire cambi di passo, liberazioni di mentalità e sprigionamento di energie nuove a servizio di tutti, sforzandoci di far arrivare a tutti un segnale culturale e sociale al tempo stesso, di ancoraggio saldo ai valori antichi che ci sorreggono, al patrimonio identitario distintivo che ci valorizza; ma anche alla voglia di innovazione e di rottura di veli, ipocrisie, infingimenti e cristallizzazioni negative di ogni segno che – come ci ricordano ormai spesso i discorsi a braccio di Papa Francesco – rappresentano, tanto nel mondo della Chiesa quanto in quello della politica e delle istituzioni, il vero e pericoloso freno  alla rivoluzione del sorriso e della bellezza del Cristianesimo. Rivoluzione del sorriso e della bellezza che ho fatto mia da tempo e continuerò a portare avanti sempre sia nelle istituzioni sia nella vita lavorativa, sia nella vita personale.

Per tutti questi motivi questo 6 novembre è un rinnovato giorno importante per tutti, per la nostra comunità e anche – lasciatemelo confessare laicamente – per il percorso personale ed istituzionale che sento di aver vissuto, fino ad oggi e che porterò a termine, per questa consiliatura, nei prossimi mesi, con immutata fede e passione civile.

Con la consegna delle chiavi al Nostro Santo Patrono consegno a Lui tutta la nostra comunità chiedendo a San Leonardo di liberarci dalla catena dell’ipocrisia, delle bugie, della cattiveria, dell’invidia e, come protettore delle partorienti che mettono al mondo,  dopo l’attesa della gravidanza ed il travaglio del parto, la nuova vita simboleggiando così la vittoria del bene sul male, di aiutarci a diventare costruttori di pace in primis a casa nostra consentendoci di vivere in particolare questi prossimi mesi come avversari e non come nemici.

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