EX OSPEDALE DI CARIATI: INTANTO IL TEMPO SE NE VA…

NON VENGONO FORNITI I PRESIDI SANITARI PER LAVORARE IN SICUREZZA

Benché c’è una sostanziale comunanza d’intenti a favore di un rilancio dell’ospedale Vittorio Cosentino di Cariati, non si riescono a raccogliere i risultati sperati.
Forse sarebbe il caso di cambiare strategie e di trovare – se si riesce-nuovi interlocutori ai quali sollecitare la gravissima situazione. Infatti, agli innumerevoli appelli degli ultimi anni non ci sono risposte consequenziali, se non un silenzio assordante da parte del vertici dell’ASP di Cosenza e non solo.
Insomma, il dato fondamentale registra nel frattempo un profondo e preoccupante stato di degrado dello storico nosocomio cariatese, a partire dalle piccole come delle grandi cose.
Una sorta di lento e costante abbandono della struttura, che quasi fa fatica a mantenere in essere il funzionamento dei servizi sanitari essenziali.
Sono tante le segnalazioni che ci giungono in redazione quotidianamente da parte di numerosi utenti, allungando così ogni giorno sempre più l’elenco delle mancanze e delle significative criticità strutturali.
Non ultimo al personale infermieristico e medico dell’ospedale, non vengono forniti guanti e mascherina da più di un mese.
La vicenda si fa seria vista anche il momento delicato che si sta vivendo sul piano della pandemia.
Eppure il quantitativo di DPI non è poi tanto, vista la drastica riduzione del personale medico e infermieristico che ha decimato l’organico di Cariati.
Al pensionamento del dott. Mangone la soluzione è stata la chiusura dell’ambulatorio di diabetologia, nonostante l’altissima incidenza della malattia diabetica nel nostro territorio e la gravità delle complicanze ad essa correlate.
Per la radiologia al pensionamento del dott. Ferraro sono succeduti tentativi infruttuosi di assegnazione di personale medico per cui oggi la radiologia, pur vantando ottimo personale tecnico e discreta strumentazione, può garantire il supporto solo per i servizi esistenti, come il Ppi la dialisi, l’RSA-
M ma non per l’utenza esterna…e le liste d’attesa si allungano…
Per il laboratorio Analisi la situazione è ancora più tragica, un unico tecnico e un infermiere.
In questa situazione la delibera 646/20 ASP Cosenza di riorganizzazione della rete territoriale prevedendo la chiusura di tutti i laboratori pubblici della fascia ionica cosentina, tranne quello dello spoke di Rossano, potrebbe essere una ottima soluzione se ci fossero autisti, mezzi ed una strada statale 106 ionica meno pericolosa.
E l’RSA-M? Mancano in pianta organica un medico, un infermiere e otto OSS dei laboratori, dopo tutta le manifestazioni e le rassicurazioni di questa estate sono stati assegnati solo un OSS dei nove promessi e un ausiliario part-time.
Da più di un anno è stato chiuso l’ambulatorio infermieristico, unico in tutta la fascia ionica cosentina, che consentiva l’effettuazione di prestazioni infermieristiche ambulatoriali, sempre per carenza di personale.

Al servizio di salute mentale è garantita la presenza del personale medico solo una volta a settimana grazie alla generosa disponibilità dei medici di Rossano e dal pensionamento della psicologa, dott.ssa Aurello il consultorio è privo di tale figura essenziale nella gestione delle molteplici problematiche dell’infanzia, dell’adolescenza della famiglia per non parlare delle donne vittime di violenza.

Anche la dialisi e la cardiologia non stanno meglio avendo anche questi servizi carenze di organico. E per la strumentazione non siamo messi meglio: la mancanza da da oltre un anno di un ecografo nell’ambulatorio di
cardiologia, con liste d’attesa che vanno ben oltre i sei mesi, alla faccia dei LEA! Una stufetta per sterilizzare i ferri nell’ambulatorio di chirurgia, una nuova e più adeguata postazione di dialisi … …. Alla dialisi da più di un anno non viene assegnato un computer richiesto con urgenza e isi lavora con portatili personali.
In compenso sono stati inviati alla struttura più di venti fotocopiatrici, ultramoderne, collegate in rete; forse che la sanità si fa veramente con le carte e non con professionisti competenti e strumentazioni adeguate.

E’ vero che tutta la sanità calabrese è in crisi, ma quando tali problematiche si concretizzano in un territorio come la fascia ionica cosentina e Cariati in particolare, la desertificazione della sanità diventa tangibile, desolante e non ci sono orecchie per intendere!
Purtroppo siamo alle solite. Per rispondere in modo strutturale alle esigenze dell’ampia platea di utenti del nosocomio si dovrà uscire, quanto prima, dalle incertezze e ritrovare idee, forze e istituzioni capaci di risposte concrete di cui si ha sempre più bisogno.

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