SULLA RICHIESTA DI UN GRUPPO DI PARLAMENTARI GRILLINI, CON A CAPO IL SENATORE FRANCESCO MOLINARI, AL MINISTRO DEGLI INTERNI, ANGELINO ALFANO DI SCIOGLIERE IL CONSIGLIO COMUNALE DI CARIATI, CHE AVEVA SCATENATO LIRA DEL SINDACO FILIPPO GIOVANNI SERO, INTERVENGONO LE CONSIGLIERE COMUNALI MARIA ELENA CICCOPIEDI E FILOMENA GRECO. Il sindaco, che è anche padre di famiglia e avvocato di presunta levatura morale, crediamo non possa e non debba, in nessun caso, permettersi di offendere, denigrare, irridere e calunniare parlamentari della Repubblica italiana, qualunque sia lo schieramento di appartenenza, a meno che egli non sia convinto, come traspare dalle sue affermazioni, di essere il sindaco di una comunità al di fuori dei confini italiani. In effetti, ci sorge il dubbio che ciò sia purtroppo la realtà, questa si non virtuale, nella quale egli opera con la sua compagine amministrativa, visto che per lui il rispetto delle leggi e delle norme di questo Paese è un optional. Al sig. Sindaco Filippo Giovanni Sero, rammentiamo che per un senatore della Repubblica presentare uninterrogazione parlamentare è un atto lecito e dovuto, così come è lecito e dovuto per i consiglieri comunali di minoranza, che onorano il proprio mandato, esercitare una legittima opposizione per mandato polare. Chi gestisce la cosa pubblica nel Regno di Cariati da quasi un decennio è lui, sicché lentità virtuale, lontana anni luce dai bisogni dei cittadini si chiama non Francesco Molinari, ma Filippo Giovanni Sero. Ci siamo avvicinate al mondo della politica locale per la prima volta alle ultime elezioni comunali del 2011, e lo abbiamo fatto allo scopo di poter contribuire a migliorare lo stato delle cose, nonostante i numerosi impegni lavorativi, al contrario di chi occupa poltrone da tempo immemorabile, senza produrre nulla e coltivando smisurata ambizione politica ed elettoralistica. Il regalino impacchettato dal sindaco per i cittadini non è di plastica inconsistente, ma di carta, lo stesso materiale delle bollette dei tributi (Tari e Tasi) maggiorati a dismisura senza legittimità, e con oltre 15 giorni di ritardo rispetto ai limiti fissati dalla legge, che stanno inondando le cassette postali dei cariatesi. A proposito dei quattro corsari della rete che avrebbero nominato Molinari in parlamento, chiariamo che il senatore, il quale non ha bisogno di alcuna nostra difesa, è stato eletto secondo le leggi dello Stato da oltre 15 mila cittadini, mentre la banda che governa Cariati eletta sempre secondo le leggi dello Stato, da appena un terzo dei cariatesi. A proposito di fanfaronate, la più originale ed eclatante la ha commessa proprio lui, il sindaco, quando nel 2007, in qualità di primo cittadino, tanto fece e tanto disfece da far rimborsare per una cifra eclatante un prezioso indumento in pelle di montone ad un suo zio al quale era stato sottratto nel lontanissimo 1982, quando questi era consigliere comunale. Vuoi vedere che per un strano scherzo del destino si tratta della stessa pelliccia ripassata nel lavacro dei grillini usata dal senatore Molinari?
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