Chiusura dei presidi di polizia, un passo indietro per la sicurezza del paese

Reggio Calabria 16 dicembre 2015 – “Nonostante le promesse di aumentare la sicurezza nel nostro paese, si continua a procedere nella direzione opposta; solo in Calabria, nel maldestro tentativo di far passare la manovra in argomento per un progetto di rimodulazione finalizzato al miglioramento dei servizi, si vuole procedere alla chiusura delle Sezioni della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Cosenza e Crotone dopo la soppressione, in sordina, di quella di Vibo Valentia, ormai estinta a decorrere dall’ottobre dello scorso anno, della Polfer di Cosenza e di Locri (RC), nonché della Polizia di Frontiera di Gioia Tauro e da ultimo dell’eccellente Squadra Nautica di Crotone. Quanto innanzi, invece, a nostro avviso non trova alcun riscontro oggettivo se non quello di una palese, chiara, evidente e netta sforbiciata nello sterile spirito della spending review. Se ancora il progetto non è stato attuato possiamo ascrivere il risultato senza ombra di dubbio all’azione del Sindacato Autonomo di Polizia che da più di un anno conduce una battaglia politica su tutti i fronti, con tantissime interpellanze parlamentari che abbiamo sollecitato, e che ci hanno visti in prima linea sui media nazionali e locali, con centinaia e centinaia di interventi. Senza contare le migliaia e migliaia di cartoline contro la chiusura dei presidi di polizia che abbiamo fatto arrivare al premier Renzi. Lo afferma Michele GRANATIERO, Segretario Regionale del SAP – Sindacato di Polizia, il primo sindacato autonomo per numero di iscritti della regione; la notizia del prosieguo dello sciagurato piano di chiusura è stata comunicata a livello nazionale direttamente dal Vice Capo della Polizia, che abbiamo incontrato proprio per discutere della problematica del taglio dei presidi. In un momento in cui la criminalità è in aumento e il terrorismo internazionale torna a far paura, risulta impensabile consentire la chiusura degli uffici della Polizia Postale che sono in prima linea nel contrasto ai reati informatici oppure sopprimere posti Polfer o della Stradale, fondamentali per la sicurezza dei viaggiatori. Vogliamo poi parlare delle Squadre nautiche o della Polizia di frontiera? A titolo di esempio – prosegue GRANATIERO – voglio evidenziare la irragionevolezza di alcune delle innumerevoli assurdità del progetto; in riferimento alla Polizia di Frontiera balza agli occhi la paventata soppressione dell’Ufficio di Gioia Tauro ubicato in uno dei porti commerciali più importanti del Mediterraneo anche ai fini criminali; infatti, se si utilizza qualsiasi motore di ricerca su internet alla voce “porto di Gioia Tauro” si susseguono innumerevoli pagine relative a decine di sequestri di ingenti quantitativi di droga e di armi; proprio per queste ragioni la Commissione Antimafia ha ritenuto il porto in questione un punto focale di snodo degli interessi delle organizzazioni criminali italiane ed il Governo, proprio per dare sostanza alle dichiarazioni del Ministro ALFANO nei vari “Focus ‘Ndrangheta”, ha forse deciso di agevolare il compito di queste ultime? Sulla stessa linea e sempre in terra di Calabria, si desidera evidenziare il carattere schizofrenico dei provvedimenti che si intendono assumere, in particolare quelli che riguardano Villa San Giovanni; declassare la Sezione della Polizia Ferroviaria a semplice Posto Polfer rappresenta una stridente contraddizione, forse chi lo ha previsto questo ha dimenticato che da Villa San Giovanni transitano tutti i treni diretti da e per la Sicilia, che tutte le tifoserie passano da quel centro e che tutte le manifestazioni sociali, vengono organizzate strategicamente per bloccare gli spostamenti sullo stretto. Non meno grave appare la paventata chiusura della Squadra Nautica di Crotone, un fiore all’occhiello di quella Questura in quanto incardinata all’interno dell’Ufficio Generale e Soccorso Pubblico; si tratta di 10 operatori di diverse qualifiche che, con professionalità e dedizione, da anni rappresentano l’avamposto della Polizia sul mare, essi presidiando la fascia costiera più estesa d’Italia, lunga più di 200 miglia, ovvero più di 400 chilometri tra Capo Spulico a Nord e Punta Stilo a Sud, intervenendo sistematicamente da anni su tutti gli sbarchi di immigrati verificatisi sulle coste joniche calabresi ricadenti nella loro giurisdizione, procedendo alle attività connesse ed al sequestro dei mezzi utilizzati dagli scafisti, alcuni dei quali, dopo la confisca disposta a seguito del reato di immigrazione clandestina, assegnati proprio a quel reparto ed ad altri della medesima specialità. Si potrebbe affermare senza ombra di smentita “tanta resa con poca spesa”. infatti oggi più di ieri diventa importante l’attuazione del piano interforze per il servizio antimmigrazione clandestina e di vigilanza e controllo delle coste e degli obbiettivi sensibili posti nelle acque territoriali antistanti la città di Crotone, quali le piattaforme di estrazione di metano e le condotte di gas naturale. Sotto la minaccia incombente del Terrorismo Internazionale, adesso più che mai è ASSOLUTAMENTE NECESSARIO, mantenere la presenza di questo presidio costituito da operatori altamente specializzati per i quali sono stati spesi soldi pubblici per la formazione che, andrebbe dispersa se assorbita all’interno della Questura per lo svolgimento di servizi ordinari; in cosa consiste il risparmio che l’Amministrazione otterrebbe con la chiusura della Squadra Nautica di Crotone? Visto che le Unità Navali sono state ottenute mediante confisca, gli uffici della Squadra Nautica sono in comodato d’uso gratuito, gli ormeggi ove sostano le motovedette anch’essi in uso gratuito. E’ forse solo una strategia per recuperare del personale e quindi sopperire alle carenze degli organici, destinando il personale sbarcato ai servizi ordinari? Gli esempi appena riportati, non più eloquenti di tantissimi altri sul territorio nazionale, dimostrano che questa dissennata azione a danno del Paese e degli Italiani deve essere bloccata ed il SAP, nel manifestare la propria contrarietà sul punto, da anni si è invece detto disponibile ad affrontare un serio progetto di riforma dell’apparato della sicurezza che riduca i corpi di polizia e le loro burocrazie. L’incapacità o la mancanza di coraggio nell’affrontare efficacemente la riforma da noi auspicata non può produrre uno dei tagli lineari peggiori degli ultimi anni, a nostro avviso l’intendimento è solamente quello di recuperare energie umane per ridare fiato alle strutture territoriali oramai alla paralisi, basti pensare che solamente la Polizia di Stato patisce un vuoto di organico di 18.000 unità. E c’è qualcuno che ancora ha il coraggio di parlare di maggiori risorse investite nel comparto sicurezza…………………………… “Al presidente del Consiglio, che più volte ha manifestato la nobile intenzione di procedere ad una riduzione delle forze dell’ordine, chiediamo di non essere forte coi deboli e debole coi forti spacciando per ‘riforma della sicurezza’ un semplice provvedimento di tagli e chiusure agli Uffici di Polizia. A Renzi chiediamo di contrastare con determinazione i poteri forti che si oppongono al taglio di poltrone e burocrazie, preferendo danneggiare i cittadini con soppressioni di presidi territoriali delle forze dell’ordine. L’annunciata riforma del Corpo forestale dello Stato, composto solo da circa 8.000 operatori, identifica la montagna che partorisce il topolino in un contesto di sette forze di polizia con quattrocentomila unità”. Nel ringraziare per la cortese attenzione e la gentile pubblicazione, invio i saluti più cordiali. IL SEGRETARIO REGIONALE Michele GRANATIER

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