C’ERA UN CINESE CON LA CHIOMA CREMISI

Il più insopportabile è quel tal Mastrota, l’’imbonitore che si presenta su RAI3 subito dopo il TG regionale e strilla con tutto il fiato che ha in gola le qualità taumaturgiche di una doccia che nel giro di otto ore prende il posto di una vasca da bagno.

Un altro imbonitore che ogni tanto gli dà il cambio, stesso luogo, stessa ora, non è da meno: con gli stessi toni da “vénghino, siòri, vénghino”, annuncia che un materasso a prova di balena umana è stato votato “prodotto dell’’anno”.

Questa del “prodotto dell’’anno” un po’’ m’’incuriosisce, anche perché non è la prima volta che la si sente, con varianti sul tema. Una è: “Otto donne su dieci preferiscono…” (secondo i casi, il tale detersivo per i piatti, il talaltro ammorbidente, lo shampoo Pincopallo al betaglotulene complesso…). Ma dove si svolgono le votazioni? Conosco un sacco di donne, e a qualcuna l’’ho anche chiesto: “Ma tu hai mai votato per il prodotto dell’’anno, o per il migliore detersivo o che ne so?”. M’’hanno guardato come fossi un marziano, o m’’hanno detto: “Tu guardi troppa pubblicità”.

Magari è vero. Ma non lo faccio apposta: è l’’irresistibile capacità di attrazione dell’’orrido. Come quelle due donne che, a quanto pare, hanno piccole perdite di urina proprio quando prendono l’’ascensore. Ma per fortuna ora c’’è la soluzione, è il miniassorbente fatto apposta per le donne che se la fanno sotto in ascensore. O almeno, questa è l’impressione che uno ha guardando lo spot. E comunque non è che quelle due smettono di farsela sotto: semplicemente non si sente più l’’odore, e loro possono tranquillamente fare gli occhi da gattamorta a un malcapitato che entra nell’’ascensore con loro.

Il culmine del cattivo gusto è lo spot di un gioco on line di roulette, con un autista cinese in uniforme che a vederlo, prima che si tolga il berretto, pensi: “questo è un serial killer”. Poi si toglie il cappello e viene giù un’’orrenda chioma rossa che manco la Samantha, quella sotto il terzo lampione sulla circonvallazione.

Ho un bel cambiare canale: gli orari li sincronizzano, e spesso lo stesso spot lo trovi in contemporanea su tre reti diverse. Fortuna che la TV la guardo poco.

E comunque, mi sa che quest’’articolo non lo dovevo scrivere: come dice il saggio, “Non criticare la pubblicità idiota: faresti il suo gioco”.

Giuseppe Riccardo Festa

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