
La custodia e la salvaguardia della tomba brezia di Cariati è affidata alla cooperativa sociale onlus Le Nove Torri e allassociazione giovanile Le Lampare. Lo ha deciso, con una delibera del 29 gennaio scorso, la Giunta Municipale che ha concesso in commodato duso la zona archeologica su cui insiste il prezioso monumento. Con questo atto, lEnte intende perseguire senza alcun aggravio sul bilancio comunale lobiettivo di promuovere la fruizione e la valorizzazione dei beni storici ed archeologici della cittadina; nel caso specifico, le due associazioni dovranno garantire pure lattività di pulizia e manutenzione nel corso di tutto lanno. Il compito affidato alla cooperativa di Antonio Curia e allassociazione presieduta da Giuseppe Di Donna è anche quello di curare e organizzare le visite guidate di turisti e studenti, oltre a pubblicizzare limmagine e il patrimonio storico di Cariati. Allo stato attuale, il sito versa in una situazione di abbandono e necessita dinterventi urgenti, a iniziare dalla sistemazione della stradina interpoderale daccesso alla pulizia dellarea circostante. Situato a sud della cittadina fuori dal centro abitato, prima del fiume Nicà, il luogo è facilmente raggiungibile lungo la viabilità della strada statale 106. La celebre tomba del guerriero brezio, costruita a camera con grandi blocchi in arenaria, è senza ombra di dubbio tra i beni culturali della Calabria da visitare. Il monumento è tra i più antichi e rilevanti dal punto di vista archeologico, risale infatti al IV-V secolo a. C., e testimonia la presenza dei Bretii nellItalia meridionale, in modo particolare nel territorio della Sibaritide Scoperta casualmente nel 1978 in località Cozzo del Salto, una zona collinare ricca di piante dulivo, durante i lavori di aratura meccanica, vi era sepolto il capo tribù della comunità brettia con un corredo di vasi e anfore di fabbricazione italiota, unarmatura in bronzo, lelmo, una spada in ferro, attualmente esposti in una vetrina del Museo Archeologico di Sibari. Dopo limportante scoperta, insieme al ritrovamento di numerosi cocci di vasellame antico, rinvenuti nello stesso terreno, gli archeologi della Soprintendenza avevano parlato di una probabile necropoli nellarea circostante e in contrada Santa Maria, unaltra zona della marina parallela in linea daria, ma a distanza di 35 anni si attendono ancora gli interventi, mai arrivati per carenza di risorse economiche, dicono, e, forse, per la poca sensibilità verso il patrimonio culturale di cui la nostra regione è ricca.
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