Appello al Sindaco Filippo Sero: Mandi un segnale ai cariatesi, affinché si possa almeno continuare a sperare in un futuro migliore.

Gentile Signor Sindaco avvocato Filippo Sero, scusi l’irruenza – ringrazio per la gentile concessione dello spazio l’editore di cariativacanzealmare.it – anche un po’ brusca ma necessaria, visto che i cittadini di Cariati e molti appassionati frequentatori della cittadina ionica, al cui gruppo mi sento di appartenere con tanto orgoglio, abbiamo, francamente, avuto poche occasioni di vederla e sentirla. Meglio, ahinoi, quasi nessuna! Perché? Certo, avrà una famiglia, un lavoro cui dedicarsi e, in più si é caricato anche dell’amministrazione della “cosa pubblica”, che non é facile, visti i difficili tempi economici che corre l’Italia. Ma Lei dove é finito? Dobbiamo forse pensare che sta aspettando tempi migliori? Cosa aspetta a battere un colpo? A dare un segnale cui noi comuni cittadini possiamo aggrapparci, avendo allora l’illusione di un futuro migliore Non vorrei stare nei suoi panni. Le esprimo per l’appunto la mia personale solidarietà. Ma, a tale proposito non posso fare a meno di domandarmi. Come fa, ogni giorno e da piú tempo, a ignorare quello che pensano i suoi concittadini e chi ha deciso di trascorre le sue vacanze in loco e non solo? La mia curiosità a riguardo é proprio tanta e spero Lei non vorrà prendersela per la mia tanta perseveranza in tale direzione. Se lo faccio e solo perché amo il Suo paese. Non é più tempo di vivacchiare in politica. Lo stesso Presidente del Consiglio, Enrico Letta, l’ha appena detto, addirittura al Presidente della Repubblica. Da qui, l’ennesima crisi di Governo. Almeno se tieni all’amministrazione della nostra cara Cariati, mostri, come diceva Franceschiello ai suoi soldati, almeno la faccia e la buona volontà nell’ascolto. Di abbozzare qualche reazione. É tanta l’amarezza dei cittadini cariatesi che non può continuare a restare silente. Quale futuro per Cariati? Lei se lo chiede mai? Io nel mio piccolo molte volte e così pensi tanti giovani, anziani, persone di mezza età e bambini. Il teatrino del pseudo rinnovamento: partecipazione ed apertura democratica, credo non basterà più per come stanno le cose. È tempo di muoversi, scrollandosi dalle spalle ogni peso polemico e provando a fare concretamente, anche in modo diretto. Non sono pochi i Sindaci di piccoli Comuni italiani che in prima persona ogni mattina, le cronache giornalistiche ne sono piene, per l’orgoglio della fascia tricolore che gli é stata attribuita dai cittadini, ad esempio, aprono e chiudono le porte degli uffici comunali dell’anagrafe e si rendono attivi nel “fare” per la propria comunità. Cariati ha il diritto di sperare in un vero cambiamento, perché ha in sé le potenzialità per realizzarlo. Serve, però, il coraggio di salpare dalle ormai aride rive, scommettendo su un percorso nuovo, ricco di incognite forse, ma per ciò fecondo di aspettative. Bisogna restituire dignità, uno ad uno, a chi vive o frequenta periodicamente questa splendida terra. La prego faccia sentire a tutti noi che ha tutta la voglia di farlo. E non per fare, ancora, promesse, ma per sospingere Cariati al di fuori del baratro. Nicola Campoli

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