And so this is Christmas

A Natale, si dice, tutti sono più buoni. Immaginiamo allora  che il 25 dicembre accada il miracolo: i grillini smettono di chiamare “pdioti” i seguaci di Renzi i quali, da parte loro, smettono di chiamare “grullini” i seguaci di Grillo; immaginiamo che smettano, anche, di volare stracci e coltellate fra le innumerevoli e incomprensibili frange, frazioni, divisioni e correnti della sinistra italiana, e che la destra, a partire da Salvini, smetta di strizzare l’occhio a naziskin e razzisti vari. Immaginiamo, pure, che in questo santo giorno naziskin e nazisti vari, i quali si appellano ai valori della tradizione europea, si ricordino che uno dei valori fondanti della tradizione europea si chiama Déclaration des Droits de l’Homme, nella quale si dice che tutti (proprio tutti) gli esseri umani nascono liberi e uguali e tali devono restare per tutta la vita.

Immaginiamo, ancora, che camorristi, ‘ndranghetisti, mafiosi, affiliati alla Nuova Corona Unita e delinquenti di ogni cosca; che corrotti, corruttori, vessatori, sfruttatori di ogni ordine e grado, il 25 Dicembre si comportino con dolcezza, onestà e correttezza.

Usciamo poi dai confini angusti e meschini della politica e della cronaca di casa nostra e guardiamo anche un po’ in giro. Immaginiamo che Donald Trump, il giorno di Natale, non consideri terroristi tutti i musulmani e imbecilli tutti quelli che guadagnano meno di lui; immaginiamo anche che Kim Yong-un, in quel santo giorno, destini ai suoi sudditi affamati una pur minuscola frazione dei fondi che sperpera in spese militari e che russi e ucraini smettano di massacrarsi a vicenda. E immaginiamo, ancora, che, sebbene non siano cristiani, rapiti nell’estasi dei cori angelici, governanti, regnanti e caporioni vari di Israele, Iran, Irak, Siria, Yemen, Arabia Saudita, Libia, Egitto, per non parlare dei tagliagole del Daesh, per ventiquattrore, a Natale, smettano di bombardare, vessare, attentare, guerreggiare, impiccare, lapidare, decapitare.

Inoltre, pur essendo i mercati chiusi, immaginiamo che in questo santo giorno gli speculatori, gli squali, i mastini e i vampiri della finanza prendano coscienza della propria avidità e se ne pentano; e che i supermiliardari, commossi dalla scena del Presepe, scuciano i cordoni della borsa e regalino qualcuno dei loro inutili milioni a chi invece non ha niente.

Immaginiamo, insomma, che davvero a Natale tutti siano più buoni.

Se così fosse (prego i miei ventiquattro pazienti lettori di scusare il francesismo) m’incazzerei come una bestia: solo il 25 dicembre? E il resto dell’anno?

Sentite, direi a tutti questi signori: facciamo al contrario? Facciamo che il 25 dicembre vi scatenate, e negli altri 364 giorni siete tutti più buoni?  Sono sicuro che il bambinello non se la prenderà a male; anzi sarà contento perché lascerete il mondo in pace tutto l’anno e nel suo santo giorno sarete sinceri e onesti con voi stessi.

Sinceri e onesti con voi stessi oltre che bastardi, violenti, assassini, ladri e volgari come siete di solito; ma almeno non ipocriti, e comunque per un giorno soltanto.

Giuseppe Riccardo Festa

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