ANCHE LA CALABRIA NEL “ROSSO TRICOLORE”

ANCHE LA CALABRIA NEL “ROSSO TRICOLORE” IL PETRARO DI CERAUDO TRA I 20 VITIGNI SELEZIONATI DOMANI A MERANO LA BOTTIGLIA N.0 Rossano, Giovedì 4 Novembre 2010 – I 150 anni d’Italia in un vino. Il “PETRARO” di Roberto CERAUDO, azienda di Strongoli (Kr), rappresenterà la Calabria nel “ROSSO TRICOLORE”, un’unica bottiglia che racchiude una selezione dei vini da vitigni autoctoni più rappresentativi delle regioni italiane. Inventata dal winemaker Roberto CIPRESSO, la bottiglia N. 0 sarà presentata domani, VENERDÌ 5 NOVEMBRE, al “MERANO INTERNATIONAL WINE FESTIVAL”. Dal Sangiovese al Sagrantino, dalla Barbera al Nebbiolo, dalla Corvina al Montepulciano, passando per Aglianico, Primitivo e Nero d’Avola fino al Cannonau. La Calabria sarà rappresentata, nel “Rosso tricolore” dal “PETRARO”, un rosso prodigiosamente corposo, di carnosità tannicamente ramosa, dal balsamo olfattivo e mentosamente speziato. Roberto CIPRESSO, winemaker italiano di fama internazionale, ha creato “il Rosso Tricolore” per le Città del Vino, che presenteranno la Bottiglia N.0 de “Il Taglio per l’Unità” all’evento clou del settore a MERANO. La speciale cuvèe sarà realizzata in 150 magnum, tante quanti gli anni della storica ricorrenza, che – sottolinea il presidente delle Città del Vino Giampaolo PIOLI – saranno donate al Presidente della Repubblica Giorgio NAPOLITANO come omaggio negli incontri ufficiali con i “grandi” della terra”. La speciale cuvèe, che rappresenta l’essenza dell’Italia del vino con i suoi territori, è il risultato di un raffinato assemblaggio eseguito personalmente da Roberto Cipresso che ha unito i vini prodotti esclusivamente con più di 20 vitigni autoctoni italiani messi a disposizione da oltre 30 aziende selezionate da lui stesso in rappresentanza di tutte le regioni italiane. “Il risultato – aggiunge il presidente delle Città del Vino Giampaolo PIOLI – è un vino che esprime il concetto di unità del Paese, intensamente desiderata nel momento in cui fu conseguita nonostante la condizione di frammentazione e la presenza di realtà complesse, differenti, che comunque riuscirono a sentirsi una cosa sola, forse proprio in virtù di quelle differenze. Oggi c’è bisogno di riscoprire quell’entusiasmo, e non esiste altro prodotto che sia il simbolo di tutta l’Italia come il vino”. E se è vero che “un vino – spiega l’enologo Roberto CIPRESSO – possa avere in molti casi la dignità di un’espressione artistica in grado di comunicare un messaggio forte, e di sicuro può essere un vero e proprio oggetto culturale, per la storia che rappresenta”, allora “per trasmettere, attraverso il vino, il fascino dell’Italia quale Paese reso straordinario dai processi di contaminazione di tante culture differenti – aggiunge CIPRESSO – è stato inevitabile per la realizzazione della cuvèe intraprendere la strada della mescolanza di varietà autoctone italiane che, per motivi storico-culturali, ma anche per le proprie caratteristiche organolettiche, e per il loro terroir, risultano le più rappresentative delle singole regioni”.

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