Alla demagogia preferiamo i fatti.

Riteniamo che il ruolo della politica sia quello di prevenire le tragedie, non di celebrarne le vittime. In questi giorni, invece, impera la consueta, ipocrita demagogia di una classe politica inetta che nulla ha fatto, dal centrosinistra al centrodestra, per migliorare lo stato disastroso delle nostre ferrovie o per tutelare centinaia di immigrati che di anno in anno si affacciano sulle coste calabre sfuggendo alla fame delle proprie terre. Non è un caso che in questi stessi giorni Trenitalia sopprima le ultime corse Sibari – Metaponto abbandonando, di fatto, l’intera fascia ionica a se stessa e privando centinaia di migliaia di cittadini del diritto alla mobilità, affidando il destino di migliaia di lavoratori e studenti pendolari ad una serie di compagnie private su gomma. Eppure Trenitalia e RFI sono compagnie che godono del finanziamento e della gestione dello Stato, eppure a governare ed a gestire le infrastrutture in questi anni, tanto a livello nazionale quanto regionale, ci sono stati gli stessi partiti i cui esponenti oggi ciarlano a proposito della sicurezza di strade e ferrovie. Noi non siamo abituati a proclami o atti rituali. In continuità con un percorso avviato già qualche mese fa, quando bloccammo i binari insieme a centinaia di cittadini, lanciamo un nuovo appello per la mobilità pubblica sullo ionio: chiediamo a cittadini, associazioni e movimenti di sottoscrivere la lettera indirizzata a Trenitalia, RFI, Ministero e Assessorato Regionale pretendendo da questi enti: 1. Il ripristino delle tratte a lunga percorrenza; 2. Un piano di investimenti pubblici sulle ferrovie del sud e della fascia ionica; 3. La riapertura delle stazioni. Annunciamo che, con questo appello, diamo inizio all’organizzazione della “Presa del Treno Perduto – Atto Secondo”, ovvero la seconda tappa della mobilitazione in difesa della mobilità pubblica sullo ionio, mobilitazione per cui stiamo ricevendo adesioni da Reggio Calabria a Rocca Imperiale. Come per il primo atto, si tratterà di una mobilitazione civile e pacifica ma decisa e determinata a dare voce ad un intero territorio colposamente abbandonato e sfruttato: bloccheremo treni e punti strategici se sarà necessario. Ritualità e demagogie le lasciamo a chi in questi anni è stato al potere con le mani in mano. Noi continuiamo a difendere i diritti delle nostre comunità ed a credere nel nostro territorio.

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