A GIOVANNI BAULEO : un Maestro di cultura e di vita.

Apprendo ora, con dolore, in terra lontana, dove mi trovo temporaneamente, della dipartita del Maestro Professore Giovanni Bauleo. Una perdita grave, che impoverisce la famiglia, l’innumerevole cerchia di amici ed estimatori, la sua e nostra Rossano. In questo momento di sofferenza ritornano dall’archivio della mia memoria tanti ricordi di fatti non solo personali, ma anche e soprattutto speculari di avvenimenti collettivi. Il Prof. Bauleo è sempre stato, in quanto figlio del popolo e grato al suo popolo, un gramsciano “intellettuale organico”, tenacemente convinto che la cultura, per non essere vuota e inconcludente erudizione, debba essere coniugata con la politica, anzi con la buona Politica, e quindi con il pensiero-sentimento e con il principio-valore della rigenerazione personale e insieme collettiva, con la visione critica e indignata delle ingiustizie sociali, con il progetto di speranza in un futuro prossimo di eguaglianza e fraternità, e soprattutto con la prassi di vita che ti obbliga civilmente a non chiuderti nell’egoistico privato e a schierarti dalla parte dei più deboli, a condividerne le sofferenze e le ansie di giustizia e quindi a stare tra la gente e con la gente più semplice e più debole a testimoniare visibilmente, in maniera autorevole e credibile, l’amore e il servizio per la propria appartenenza. Chi lo ha conosciuto (e tra i tanti adolescenti che hanno frequentato la sua casa e i suoi insegnamenti c’era anche chi scrive) ne è rimasto irreversibilmente contagiato e porta con sé, nel proprio stile di vita e nelle proprie scelte di vita, la sua personalità dolce e forte ad un tempo, accattivante e sempre con il sorriso bonario ottimista, pronto a incoraggiare e a dare fiducia all’interlocutore, un carismatico che riscuote un affetto fraterno e un consenso diffuso in tutti gli strati sociali e segnatamente in quelli più bisognosi. Egli, pertanto, sente il dovere etico e il dovere civico di essere un cittadino democratico e, perciò, di dovere essere partecipe attivo delle vicende della propria comunità rossanese per numerosi decenni: ascolta, dialoga, raccoglie le ansie e le attese di chi spesso non ha voce nella società, le fa sue, ne diventa il referente, il portavoce e il rappresentante politico nelle assemblee pubbliche e nelle elezioni comunali. Dirigente prestigioso del Partito Socialista Italiano della sua Rossano, contribuisce a rendere lo stesso prestigioso e forte di ampi consensi popolari, è più volte eletto, tra i primi eletti, nel Consiglio Comunale, influenza e orienta le scelte amministrative a favore delle categorie sociali meno garantite e dei quartieri più degradati. E’ convinto, tenacemente convinto, che la cultura e l’istruzione siano la via maestra per il riscatto e l’emancipazione dei figli del popolo: perciò si mette a servizio dei figli del popolo, fa l’educatore privato, alla don Bosco, alla don Milani, spesso da volontario e con gratuità, offrendo conoscenze, metodo di studio, stimoli costanti verso l’auto-stima personale, correggendo le disfunzioni e le ingiustizie dell’allora scuola pubblica classista, orientando i giovani popolani verso gli studi seri e faticosi, specificamente verso il Liceo Classico, dove si entra studenti e si esce professionisti (e chi scrive, che ha conosciuto le privazioni e le difficoltà del proprio ceto di appartenenza, deve a Lui l’avere scelto quella Scuola prestigiosa). Educa e forma ai tre valori etico-sociali del Riconoscimento, della Riconoscenza e della Restituzione innumerevoli generazioni di giovani e di cittadini: conserva per tanti anni la memoria di un Rossanese, Antonio Ceravolo, quando a Rossano se ne era perso ogni ricordo, un giovane, che dopo la maturità classica, non fa in tempo a iniziare i suoi studi universitari, perché fu internato in un campo di concentramento dai nazisti e orrendamente ammazzato. E quando chi scrive ha l’onore di servire la sua città come Sindaco (e ancora ho vivo e commovente il ricordo del suo pianto di gioia a dirotto per l’elezione a primo cittadino di un suo allievo ed educatore di tre dei suoi figli) egli mi mette a conoscenza (insieme all’indimenticabile Pieremilio Acri e al Vescovo don Luigi Renzo) della triste storia di quel giovane e mi stimola a onorarne la memoria attraverso l’intitolazione di una strada cittadina come atto di riconoscimento-riconoscenza-restituzione dello Stato anti-fascista e democratico a un nostro concittadino. E quella sua pressante richiesta viene accolta dall’Amministrazione Comunale da me guidata. Uomini e cittadini esemplari, coerenti, impegnati, umili come il Professore Giovanni Bauleo danno autorevolezza, prestigio, credito alla propria famiglia e alla propria città. Quando li perdiamo siamo più poveri, siamo più deboli. Conservarne la memoria e valorizzarla è compito ed è doveroso per chi resta, perché quella vita non sia stata spesa invano, perché quella vita possa essere percepita come un’esistenza esemplare vissuta bene, vissuta per gli altri, per la propria terra e la propria gente, e perché quella esistenza possa essere percepita da chi resta e da chi verrà come testimonianza significativa che fare bene la propria parte ne valeva e ne vale la pena, perché non muoia la speranza. Grazie, carissimo benvoluto e stimato Prof. Giovanni Bauleo, per la bella eredità che lasci alla tua famiglia, ai tuoi amici estimatori, alla tua amata Rossano. 11 febbraio 2015. Il tuo allievo Francesco Filareto Coordinatore A.N.P.I. Rossano

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