È quanto mi continuano a ripetere a quattro occhi tantissimi amici e amiche cariatesi. A parte il preoccupante problema del momento, vedi l’immondizia per strada, ciò che manca a Cariati è la gestione del quotidiano che fa tanto decoro e accoglienza per i villeggianti. Serve come il pane una politica davvero attenta al fabbisogno di vivibilità del popolo cariatese, e non solo, con azioni concrete, da non confondere con i pseudo interventi di emergenza.
Su questo fronte il Paese è messo malissimo! Qualcuno prima o poi dovrà pure assumersi seriamente il compito di affrontare e rappresentare i bisogni dei cariatesi. L’ascolto delle istanze sociali appare ormai una pratica desueta. Da tempo sono aperti su questo versante spazi vuoti enormi. Intere praterie abbandonate, mai praticate.
Tutti parlano sui social, ma Cariati tra la gente in carne e ossa semplicemente non c’è più. Anziani ormai rassegnati, persone di mezz’età che tirano a campare, i giovani che sono scappati. Chi deve assumersi il compito di un’agenda sociale che nessuno ha ancora scritto? Chi avrebbe dovuto farlo ha particolarmente deluso in questa consiliatura.
Basta con l’emarginazione di Cariati come se fosse una condizione umana permanente e immodificabile e non un male da aggredire. Ecco, dunque, una battaglia dei cariatesi per la conquista della normalità. Chi la combatte? Chi alza la voce?
Ecco assistiamo a un plateale caso di fallimento, di una dirigenza che non è stata all’altezza. Succedono cose assurde e mai l’ombra di un’autocritica. E c’è pure chi ha la spocchia di impartire lezioni. Il mondo alla rovescia e tutti zitti. In questo sfascio a chi devono rivolgersi i cittadini e i villeggianti? Insomma, è Cariati ad essere in prima fila nella sfida al cambiamento e bisogna prendere in fretta decisioni coraggiose.
Nicola Campoli
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