
La spasmodica corsa al vaccino sta facendo trasparire il vero sentimento di strafottenza che contraddistingue la nostra società.
Se qualcuno riesce a sovrastare un suo simile – cioè categorie contro categorie – ne è ben contento, manifestando anche ai quattro venti il risultato raggiunto.
Insomma, non gli riguarda per niente che forse un suo pari avrebbe, per una serie di supportate ragioni, diritto prima di lui alla somministrazione del vaccino.
Ciò non gli interessa. Anzi. Lo stizzisce, al punto da farne un battaglia pur di dimostrare la sua forza.
Ecco quello che sta accadendo e che è riscontrabile facilmente nel nostro quotidiano, basta infatti seguire ciò che evidenziano i mass media.
Ebbene tali comportamenti – per chi scrive catalogabili esclusivamente con l’accezione dell’irresponsabilità – fanno a cazzotti con tutto quello che al contrario una comunità dovrebbe riuscire a mostrare in questi momenti di criticità.
Purtroppo, la nostra società manca di fondamentali. Di quel senso di comunità che è caratterizzato da equilibrio, senso civico e interesse comune.
Tali pregnanti sentimenti, però, non nascono dalla sera alla mattina. Sono parte della cultura delle persone e anche frutto di una semina continua, nonché di un innaffio costante.
Chi d’altronde è fermo e rispettoso ha la sensazione di non ricevere un adeguato riconoscimento da parte di chi dovrebbe tutelarlo.
Forse su questo terreno qualcosa si potrebbe fare. Mi sbaglio?
Nicola Campoli
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