“Vogliamo un cane!”. Arriva il Family Dog Contract.

Family dogEccomi nuovamente con la mia amata tastiera, sicuramente meno emozionata e più a mio agio di quanto non lo sia davanti ad una telecamera. Oggi vi parlo di qualcosa che mi sta particolarmente a cuore, soprattutto in questo periodo ovvero nel momento in cui, ad estate inoltrata, questo fenomeno si ripete con maggiore insistenza; sto parlando dell’abbandono dei nostri amici a quattro zampe, coloro che dimostrano in tantissime occasioni una fedeltà e una lealtà spesso e volentieri sconosciuta a noi umani.

Il momento arriva, prima o poi, in tutte le famiglie; sto parlando di quella richiesta prima timidamente accennata, poi categorica che pongono i figli ai propri genitori: vogliamo un cane. Spesso, però, non si ha effettivamente contezza di cosa voglia dire prendersi cura di un cane, perché è proprio questo il punto: lui ha bisogno di cure e attenzioni, costanza e pazienza, rispetto e fedeltà. Ecco perché, sul web ho letto di un vero contratto che un papà ha fatto firmare alla propria famiglia nel momento in cui ha acconsentito all’adozione di un amico a quattro zampe; sto parlando del “Family Dog Contract” (che potete vedere in foto) ovvero una serie di punti che la famiglia in questione necessariamente doveva rispettare se voleva prendere con sé un cane.

Tanti sono i punti che sono stati citati nel suddetto contratto fra cui: “Papà non raccoglierà mai la cacca del cane. Mai.”, “Il cane sarà di piccola taglia”, “Papà non fa il bagno al cane. Inoltre, se si ritiene che puzzi i figli lo laveranno entro 24 ore” ect. Ma, per quel papà, il punto più importante era quello contenuto alla fine della lista cioè “I bambini promettono di non smettere mai di amarlo e di non annoiarsi mai di lui. Le parti sono d’accordo che il cane è la primaria responsabilità dei figli per la loro intera vita”. In altre parole, la richiesta del cucciolo non doveva essere solo un semplice capriccio; al contrario, doveva essere un vero e proprio impegno da portare avanti con serietà e costanza.

Senza nessuna esitazione i bambini hanno posto la loro firma su quel simpatico contratto e, essendo  (come ogni contratto che si rispetti) vincolante, il papà ha dovuto necessariamente mantenere la sua parola adottando un cagnolino per i propri figli. Il risultato?! Due settimane dopo la famiglia faceva spazio ad un bastardino di tre anni, trovato in un rifugio; due anni dopo, scrive il papà: “L’abbiamo chiamato Kershaw e i bambini si occupano di lui.” Tutti, papà compreso, adorano il cane.. un bellissimo tassello in più della famiglia.

E’ una prova, questa, di come si possa educare i figli alle responsabilità, alla fiducia e alla lealtà già in tenera età; perché se è vero che i bambini devono mantenere la loro spensieratezza e leggerezza durante la propria infanzia è vero anche che, spesso, questi animaletti vengono adottati con lo spirito sbagliato ovvero senza la consapevolezza delle responsabilità che comporta; il cane diventa sinonimo di un “gioco” in più per i propri figli con la conseguenza prima che, nel giro di qualche mese, quel cagnolino si ritroverà a girovagare per le strade senza meta. Dite NO all’abbandono di questi piccoli esserini; diversamente, operate una scelta ragionata: portateli nei canili o, meglio ancora, regalateli a persone di vostra fiducia.. insomma, ogni alternativa è sicuramente migliore di lasciarli per strada, condannati al proprio destino.

Gli animali (di qualsiasi genere) non sono e non devono essere passatempi né giocattoli nelle mani dei bambini; gli animali sono esseri viventi come noi, necessitano di cure e attenzioni costanti, regalano compagnia ma devono anche riceverla, regalano immensa lealtà da cui noi piccoli esseri umani dovremmo solo imparare. Quindi, 10eLode a questo papà modello che ha saputo insegnare ai propri figli, in modo leggero e spiritoso, cosa significhi prendersi cura di un animale, cosa significhi essere responsabili del suo benessere senza perdere la leggerezza tipica della loro età.

Elisa Agazio

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