LETTERA APERTA FIDUCIARIO SLOW FOOD SIBARITIDE POLLINO A Fabio PUGLIESE Autore del Libro-Inchiesta “Chi è Stato?” EPC Al Sig. Prefetto di Cosenza S.E. Gianfranco TOMAO Al Sindaco di Crosia Avv. Antonio RUSSO Al Sig. Questore di Cosenza Dott. Luigi LIGUORI Rivolgo pubblicamente allIng. Fabio PUGLIESE che ha avuto il merito di riportare sulla drammatica questione meridionale della SS106 una consapevolezza ed un allarme sociali che erano stati sepolti dallindifferenza, dallapatia e dallipocrisia, lo stesso semplice interrogativo che, nellambito ed a nome di altre associazioni (Otto Torri sullo Jonio sugli assurdi Mercatini di Natale organizzati sulla SS106!), ponevano invano qualche anno fa. Se la SS106 è strada della morte e se i numeri delle vittime sono quelli tristissimi che proprio PUGLIESE ci ricorda quasi ogni giorno, allora dobbiamo chiederci tutti ed una volta per tutte se debba essere ancora considerato normale che sullormai vergognoso tratto urbano di Mirto Crosia di quella stessa strada della morte, possa essere autorizzata e tollerata la totale anarchia quotidiana, in spregio al buon senso prima ancora che alle norme di sicurezza. SU UNA STRADA DELLA MORTE, FORSE, NON SI AUTORIZZANO FESTE ED AFFOLLATE PROCESSIONI POPOLARI per uno o più giorni, avendo a disposizione tra laltro un centro storico (quello di Crosia!) che, al pari di tutti gli altri che si affacciano sulla costa ionica, meriterebbe semmai unattenzione istituzionale e turistica strategiche, del tutto opposte a quanto accade invece quasi ovunque alle nostre latitudini. Su una strada della morte, forse, non si possono tollerare, a tutte le ore del giorno e della notte, parcheggi in doppia, tripla ed anche quadrupla fila; e soprattutto il sabato notte, allaltezza di esercizi commerciali e location di intrattenimento, quando la SS106 diventa rischiosissimo teatro di un viavai consistente di giovani automobilisti in andata o al rientro da discoteche e serate mondane, in particolar modo destate. Su una strada della morte, forse, ci si aspetterebbe maggiore e più scrupolosa attenzione sui parcheggi selvaggi e violenti che, insieme alle sistematiche immissioni barbare, di fatto bloccano ogni giorno, con unarroganza stradale specchio di una concezione proprietaria degli spazi pubblici e tra le espressioni più pericolose del diffuso familismo amorale, centinaia e centinaia di automobilisti costretti sullunica arteria disponibile. Su una strada della morte, forse, non si autorizzerebbe il montaggio e lo smontaggio, come avvenuto anche stamani (sabato 23 agosto), delle luminarie di qualsiasi festa laica o religiosa, in mezzo alla carreggiata, nel bel mezzo della mattinata, in un sabato di agosto, con code chilometriche in entrambe le direzioni, con pedoni e famiglie zigzaganti da un lato allaltro per shopping e con pochi agenti di polizia municipale o impegnati altrove oppure curiosamente zelanti (per non dire altro!) nel voler impedire (come loro unica priorità in quel caos!) a qualche marziano scandalizzato da tanta assurdità ed inciviltà di immortalare e raccontare questa intollerabile anarchia. TUTTO CIÒ È ASSURDO, INCONCEPIBILE ED INTOLLERABILE. E diventa ancor di più tale se quanto accaduto anche stamani (le foto allegate parlano da sole!) accade nello stesso territorio di quello stesso comune (Mirto Crosia) che ospita una legittima installazione per il controllo della velocità media (TUTOR) oltre i 60km/h, ubicata però esattamente dopo quella bolgia quotidiana di centro abitato e cioè nellunico tratto libero della SS106 di quel comune (in località FIUMARELLA), senza immissioni laterali e quasi del tutto non urbanizzato. E allora carissimo Fabio PUGLIESE, rispettiamo fino in fondo la tua battaglia di civiltà. Ma delle due luna: o la SS106 è la strada della morte ed allora dovremmo tutti, istituzioni in primis, temerla e trattarla di conseguenza; OPPURE SAREBBE MEGLIO E PIÙ GIUSTO CHIAMARE LA SS106, STRADA DELLA STUPIDITÀ, DELLANARCHIA E DELLIRRESPONSABILITÀ. Facciamolo almeno per rispetto delle tante vittime che la insanguinano quasi quotidianamente. Rossano 23 agosto 2014 Avv. Lenin MONTESANTO Fiduciario Slow Food Sibaritide Pollino
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