Sogno o realtà?

elisa-agazio-26-11-2016
Elisa Agazio

C’era una volta una ragazza, una di quelle semplici che – proprio perché così semplici – di solito passava inosservata fra la gente che, un giorno, partì con una valigia in mano, ignara di ciò che le sarebbe successo durante il suo viaggio. Era solita viaggiare, questa ragazza.. lo faceva per necessità; di solito preferiva farlo in autobus, lasciarsi trasportare dalle immagini che le passavano davanti: dalle auto viste dall’alto, un’anziana che attraversava la strada, gli alberi che scorrevano velocemente al ritmo di quella canzone che passava nell’I-Pod sempre nell’attimo giusto. Quel giorno, però, un giorno di maggio, uno dei tanti, uno di quelli che pensi saranno esattamente uguali agli altri, fu convinta da un’amica a partire con lei in treno.

Sì dice sempre che non puoi sfuggire al destino, men che meno se il destino in quel treno ti fa trovare l’amore quando meno te lo aspetti. Eh sì, perché la nostra ragazza salì su quel treno e incontrò un paio d’occhi verdi tanto belli quanto furbi, li guardò attentamente, li fotografò nella sua mente e, qualche ora dopo, scese da quel treno pensando di aver visto gli occhi più belli del mondo. Non aveva nulla che la potesse aiutare a ritrovare quell’affascinante ragazzo, nulla se non un nome senza un cognome, degli occhi senza un tono di voce, un treno senza un indizio. Ma la tecnologia, si sa …Aiuta gli audaci! E quindi, nel giro di pochi giorni, i nostri due protagonisti si ritrovarono a parlare come se si fossero sempre conosciuti, come se lui non avesse dieci anni in più, come se lei non fosse semplice da morire e lui il dongiovanni del paese.. insomma, come se tutto, nella sua diversità, si incastrasse perfettamente in un bellissimo puzzle tutto da costruire.

Non si erano mai visti, se non quel giorno in treno, di sfuggita; pochi secondi, insomma. Non si erano mai, nemmeno, sentiti: né un tono di voce né una risata, un accento, un modo di dire. Eppure, si cercavano continuamente, due menti attratte da una bellissima e rarissima empatia. Passarono i mesi, si videro, si incontrarono, si innamorarono e poi, si persero di vista. Si persero di vista perché il destino è tanto inatteso quanto tremendamente beffardo: arriva, ti porta l’amore e poi te lo strappa, senza un motivo, senza darti la possibilità di rimediare, senza darti il tempo di rendertene conto. Quei due ragazzi oggi vivono vite separate e entrambi – forse – pensano che sia giusto così. Non si sono più rivisti, se non in foto: forse era un modo per evitare di; perché si sa, gli occhi sono pericolosi: non ci sono parole né scuse che reggono di fronte a due persone che si guardano negli occhi e sono capaci di parlarsi senza dir nulla.

Perché vi ho raccontato questa storia? Perché questa è una storia semplice, è una di quelle bellissime storie tanto brevi quanto essenziali che ti restano nel cuore. E’ una storia fatta di sguardi, di viaggi in treno, di lunghe telefonate, di panchine e alberi di arancio, di mare e montagna, di tenerezza e paura, di rassegnazione. E’ una di quelle bellissime storie in cui non c’è stato un regalo, nemmeno una foto a cui appellarsi negli attimi di nostalgia; è una di quelle tante storie composte da due persone giuste e di un momento sbagliato.

Non vi dirò se questa storia è sogno o realtà; a mio avviso, potrebbe essere entrambe le cose. Ciò che voglio, piuttosto, farvi arrivare è un messaggio molto importante; vedo in giro coppie apparentemente felici ma con gli occhi spenti; coppie che si amano, decisamente troppo orgogliose per fare un passo indietro. E poi vedo persone che si pensano e non si chiamano, fratelli che si incontrano e non si salutano, gli amici d’infanzia che cambiano città e cambiano vita, dimenticandosi quella precedente.

Detto in altre parole, riprendendo la frase di un film che ho pubblicato qualche tempo fa sul mio profilo fb Soltanto perchè non si può dire una cosa non significa che non la si voglia dire. Puoi stare con una persona, essere molto felice con lei ma non amarla; oppure amarla ma non voler stare con lei. E’ come quando il cervello ti dice quello che vuoi, ma quello che vuoi davvero non corrisponde. E’ una cosa estenuante eh beh! Complicata. Ma questa è la vita e la vita, si sa: fa chifo!”.

Quello che voglio fare oggi, è un appello all’amore, ad ogni tipo di amore: quello fra un uomo e una donna, quello fra un fratello e una sorella, fra una madre e un figlio, quello fra due amici; ciò che voglio dirvi, oggi, è di non aver paura di fare un passo indietro. Chi può farlo, lo faccia! La vita è già abbastanza dura per il lavoro che non si trova e il mutuo da pagare, per le bollette della luce sempre troppo alte e l’assicurazione della macchina che arriva sempre nel momento sbagliato. Chi ha qualcuno da amare e da cui farsi amare, lo pretenda con tutte le sue forze; diversamente, chi ha qualcuno che non vuole essere amato, che preferisce scappare di fronte all’evidenza, lo lasci andare.

Se il destino vorrà, nel prossimo treno, ci sarà quello giusto.

Elisa Agazio

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