Silvia Romano è libera; gli odiatori si scatenano.

Gli odiatori: chissà come vivono male, poveretti. Chissà quanto è difficile per loro affrontare ogni giornata, e di ogni giornata ogni ora, vedendo in ogni cosa, in ogni evento, in ogni azione del loro prossimo null’altro che un motivo in più per alimentare il loro livore, la loro rabbia, la loro diffidenza.

Bill Gates si offre di pagare di tasca sua la vaccinazione anti Covid-19? Secondo gli odiatori vuole impiantare in tutti quanti un microchip per controllare l’intera umanità. La Comunità Europea si decide finalmente a rimuovere ogni condizione, escluso l’utilizzo per fini sanitari, per la concessione dei finanziamenti MES? Subito gli odiatori pensano che c’è sotto un subdolo trucco della Germania per controllare l’Italia. Un aereo percorre il cielo e si lascia dietro una bianca e innocente coda di vapore? Secondo gli odiatori rilascia scie chimiche che hanno lo scopo di avvelenare il mondo. Un artista si esibisce per beneficenza? Macché: vuole solo farsi pubblicità.

Poi ci sono gli immigrati: gli odiatori sono sicuri che sono alloggiati in alberghi di lusso e ricevono a sbafo un ricco appannaggio giornaliero. E poi portano le malattie. Se invece lavorano, allora gli immigrati vengono a rubare il lavoro agli italiani. Che se ne restino in Africa, dicono gli odiatori. E se proprio bisogna aiutarli, allora “aiutiamoli a casa loro”.

È proprio quello che faceva Silvia Romano: li aiutava a casa loro cooperando con una Onlus. In tutte le foto che mandava in Italia dal Kenia era circondata, sorridente e felice, da bambini sorridenti e felici. Poi una banda di delinquenti l’ha rapita e per un anno e mezzo di lei non si è saputo nulla finché ieri, finalmente, la notizia meravigliosa: Silvia è stata liberata.

Beninteso: è meravigliosa, la notizia, per la gente normale, per le persone che sanno ammirare la generosità e la capacità, che Silvia ha dimostrato, di amare e aiutare gli ultimi della Terra; ma non per gli odiatori.

Gli odiatori già si erano scatenati quando Silvia fu rapita: “Poteva aiutare i bambini italiani” era il commento più benevolo,  irripetibili insulti sessisti i più frequenti. Ora che è stata liberata, gli odiatori tornano alla carica, più odiatori che mai: “poteva restarsene a casa”, “per me potevano lasciarla ai suoi negri”, “tutto per diventare famosa”, “Si fa scopare dagli africani e  noi paghiamo”, “Si fa trombare dai negri con i soldi nostri”. E via così, con la bava alla bocca e col sesso che torna continuamente e ossessivamente nei loro commenti.

Poveretti, gli odiatori. È più forte di loro, non riescono a pensare che in questo modo; e la possibilità di urlare i loro insulti sui social network moltiplica la loro voglia di rabbia e il gusto squallido dell’insulto che li anima. Insultare, insinuare, aggredire: non sanno fare altro e lo fanno con tanto più livore se il loro obiettivo è una donna, meglio ancora se giovane e carina.

Perché gli odiatori, poveretti, oltre al resto hanno anche una vita sessuale frustrata e carente che aggrava lo squallore della loro vita insignificante e inutile.

Considerato lo stato di prostrazione e miseria intellettuale, culturale e intellettiva in cui versano, poveretti, gli odiatori hanno evidentemente bisogno di cure. Bisognerebbe curarne l’ignoranza, intervenire chirurgicamente sul loro cervello per rimuoverne il cancro del pregiudizio, sostituire il loro cuore avvizzito e arido con qualcosa di migliore, fosse anche una pompetta da tergicristallo.

Bisognerebbe, sì. Ma sarebbe inutile: gli odiatori non sono curabili. È meglio, perciò, portarli in tribunale e metterli di fronte alle conseguenze del loro odio: conseguenze penali e soprattutto pecuniarie.

Non guariranno nemmeno così, lo sappiamo: l loro odio continueranno a covarlo e il loro livore continuerà a montare.

Ma almeno, e a loro spese, impareranno a tacere.

Giuseppe Riccardo Festa

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