Se questa è una donna

Dopo il Tricolore considerato da Bossi alla stregua di carta igienica, dopo le barzellette con annessa bestemmia e le cene eleganti di Berlusconi, dopo i “vaffaday” di Grillo e i suoi insulti a Rita Levi Montalcini, dopo l’immagine di Anna Frank usata dai laziali per irridere i romanisti, dopo quella di Laura Boldrini bruciata in piazza a Busto Arsizio, uno pensava che più in basso di così non si potesse cadere; ma come dice il saggio, quando hai toccato il fondo puoi ancora scavare.

E così salta fuori questa “signora” Cristina Bertuletti, sindaca – leghista, ma con nostalgie naziste – di un comune del varesotto, che sulla sua pagina Facebook ha pensato bene di pubblicare l’immagine che vedete.

La “signora” in questione non è nuova, stando alle cronache, a exploit di questo tipo essendosi abbandonata, anche, ad altrettanto eleganti esternazioni che riguardavano la legge sullo “Jus Soli” e i soccorsi agli immigrati.

Non ho censurato l’immagine del pensiero che la “signora” Bertuletti ha generato nella sua fervida mente leghista, fascista e razzista, perché la sua forza dirompente non deve essere attenuata da falsi pudori. Dobbiamo prenderne atto, miei ventiquattro esterrefatti lettori: questo individuo di sesso femminile che sghignazzando ha concepito, preparato e poi pubblicato questo insulto a chi commemora i milioni di morti provocati dall’odio razziale non è una qualunque leghista volgare imbecille e ignorante: è una leghista volgare imbecille e ignorante che è stata eletta sindaco da una maggioranza di cittadini del suo paese. Cittadini che dunque nella sua volgarità, imbecillità e ignoranza si riconoscono.

Dobbiamo prendere atto di come, oramai, simili manifestazioni di greve e ripugnante imbecillità siano entrate nel lessico della politica che, infettata da volgarità e violenza, da fucina di idee si è trasformata in arena di insulti e minacce. E dobbiamo prendere atto, purtroppo, che anche tra le donne si è diffusa questa malattia. Le donne, che amiamo per la loro sensibilità, la grazia, l’ampiezza delle vedute, la capacità d’amare che insegnano a noi uomini; le donne che giustamente lottano per avere pari dignità e diritti, e rispetto. Ma purtroppo ce ne sono, di donne, che invece hanno deciso di essere limitate, grette, meschine, volgari e miserabili come sono tanti, troppi uomini: invece della parità hanno voluto l’uguaglianza, e hanno scelto di essere uguali a uomini così.

Che tristezza.

Giuseppe Riccardo Festa

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