Ci sono notizie che a volte sfuggono e che, invece, meritano la giusta attenzione da parte dell’opinione pubblica. Lo chiamavano il”giudice ragazzino” perché conservava seppure avanti con l’età un viso pulito e lo sguardo limpido. La sua storia ha sempre raccolto grande interesse e in special modo dopo la sua drammatica morte.
Parlo di Rosario Livatino un magistrato siciliano che si batteva senza paura contro la mafia. Quando la potente criminalità organizzata siciliana aveva già invincibili mezzi, rispetto a uno Stato ancora privo di risposte efficienti. Livantino fu assassinato tragicamente trent’anni fa sulla strada che collegava Caltanissetta-Agrigento.
Si era occupato soprattutto delle misure di prevenzione, cioè di provvedimenti di restrizione della libertà o di confisca di beni effettuati per contrastare la criminalità organizzata. Livatino era noto per essere un magistrato con un forte spirito religioso.
La Santa Sede ha deciso di farlo beato riconoscendo il martirio “in odium fidei”, cioè in odio alla fede. Infatti, questo il contenuto di un decreto della Congregazione per le Cause dei santi, di cui Papa Francesco ha autorizzato la promulgazione.
La prova del martirio “in odium fidei” del giovane giudice siciliano è arrivata anche grazie alle dichiarazioni rese da uno dei quattro mandanti dell’omicidio e grazie alle quali è emerso che chi ordinò quel delitto conosceva molto bene quanto Livatino fosse retto, giusto e attaccato alla fede e che per questo non poteva affatto essere un interlocutore della criminalità.
Papa Francesco ha molto sostenuto la causa di beatificazione, definendolo “un esempio non soltanto per i magistrati, ma per tutti coloro che operano nel campo del diritto: per la coerenza tra la sua fede e il suo impegno di lavoro, e per l’attualità delle sue riflessioni”.
La notizia della beatificazione è arrivata in questi giorni a Canicattì il paese natio del giudice. I suoi genitori sono morti ma c’è ancora una comunità che ricorda quel ragazzo semplice, quel giudice senza macchia. È stata grande la gioia per la beatificazione. Del resto, la sua vita è stata molto breve. La cerimonia ufficiale potrebbe svolgersi nella primavera del 2021 ad Agrigento.
Nicola Campoli
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