
Cariati. Come già avevamo comunicato nella nota di ieri, l’affluenza al referendum abrogativo su lavoro e cittadinanza, nella nostra città il contatore dei votanti si è fermato a 883 su 5926 aventi diritto al voto; pari al 14.92%, e quindi, confermando un trend di partecipazione molto basso anche nel nostro territorio.
Il referendum non hanno raggiunto il quorum previsto, cioè la partecipazione minima del 50% più uno degli aventi diritto. In pratica, la percentuale di affluenza si è attestata attorno al 27,5% in ambito nazionale, ben lontana dalla soglia richiesta perché ciascun quesito potesse essere validamente considerato. Questo dato è emerso in particolare dai principali rilevamenti, con alcune variazioni territoriali: mentre nelle grandi città del Nord si è registrata una partecipazione leggermente più alta, nelle regioni del Sud e nelle Isole l’astensionismo ha superato di gran lunga gli standard minimi.
In sostanza, il fatto che in nessun comune italiano sia stato raggiunto il quorum implica che, a prescindere dall’esito delle schede (sia Sì che No), i referendum non produrranno effetti giuridici e le modifiche legislative proposte non verranno attuate. Tale risultato è stato interpretato da diversi osservatori politici come un chiaro segnale di sfiducia nei confronti delle proposte, oppure come una scelta consapevole degli elettori di non rendere operative consultazioni che sembravano troppo cariche di implicazioni ideologiche.
Questa situazione solleva anche domande rilevanti sul futuro degli strumenti di consultazione popolare in Italia: se un simile livello di partecipazione rappresenta la volontà della maggioranza o se il sistema verrà rivisto per evitare che decisioni su temi fondamentali siano vincolate a quote così elevate. Inoltre, il fenomeno ha evidenziato come il legislativo, pur prevedendo che l’astensionismo equivale in effetti a un voto contro, possa incorrere in dei paradossi dove il diritto di voto diventa uno strumento simbolico tanto più quanto meno viene esercitato.
Quali potrebbero essere le implicazioni di questo esito sulla scena politica? Alcuni partiti e opinionisti hanno già suggerito che l’ampio disinteresse potrebbe rimarcare il bisogno di ricostruire un legame più diretto con il cittadino e di rivedere il modo in cui vengono presentati i temi referendarî. Inoltre, si solleva il dibattito su possibili riforme, sia a livello legislativo che istituzionale, per rendere tali processi più partecipativi ed efficaci in un contesto in cui l’astensionismo è diventato quasi la risposta predefinita degli elettori.
La redazione
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