OSPEDALE DELLA SIBARITIDE: FINALMENTE SI PARTE

Firmato il contratto per i lavori del nuovo ospedale della sibaritide. Finalmente un atto concreto per la realizzazione di una grande opera da tutti attesa. L’entusiasmo, la legittima soddisfazione (compresa l’immancabile gara tra i partiti per aggiudicarsi la primogenitura dell’idea) devono, tuttavia necessariamente accompagnarsi ad almeno tre doverose annotazioni. La prima, la più banale e la più diffusa tra la gente, è l’auspicio che questa prima firma non sia il solito espediente pre-elettorale. La costruzione, nei tempi indicati, del nuovo ospedale è un dovere morale, prima ancora che politico e amministrativo. Lo si deve a quanti ancora sperano in un rilancio del nostro territorio e nella sua possibilità, proprio a partire dalla sanità, di scuotersi e uscire dalla marginalità cui, troppe volte, è stato costretto negli ultimi anni. Ma soprattutto lo si deve a quanti hanno pagato e pagano quotidianamente, con la vita e con indicibili sofferenze personali, gli effetti di una riorganizzazione sanitaria selvaggia che in cambio di un’opera futura (il nuovo ospedale) ha da subito tagliato l’esistente e chiuso le uniche strutture che erogavano una grande mole di servizi. Senza predisporre niente di alternativo! Come se le malattie potessero aspettare! Ora, il compimento puntuale della nuova opera, almeno faccia si che i sacrifici di tanti malati non siano stati vani! La seconda annotazione è che bisogna essere realisticamente consapevoli di come un nuovo edificio (l’ospedale appunto) non sia la soluzione di tutti i problemi della sanità locale. Per poter dispiegare a pieno i suoi effetti positivi è assolutamente necessario che esso si collochi nel contesto organizzato di tutto il territorio. Davvero in sanità non servono le “cattedrali nel deserto”! Presìdi di supporto, anche nelle zone più periferiche, sono necessari per una rapida presa in carico di chi è colpito da una qualsiasi patologia e anche per offrire continuità di assistenza. Un unico ospedale centrale, senza niente attorno, non potrebbe fare tutto questo da solo, sarebbe probabilmente congestionato e con scarse possibilità di essere efficace ed efficiente. Questa organizzazione complessiva deve essere impostata e preparata adesso. Non mancano, a dire il vero, tentativi in questa direzione. Ma è ancora troppa poca cosa e, avendo la presunta data di completamento della nuova costruzione, bisogna che si agisca in modo più incisivo e rapido. Infine, l’ultima nota è la speranza che nella concreta realizzazione del nuovo nosocomio si superi, almeno in parte, il livello “spoke” che ad esso assegna l’attuale programmazione sanitaria regionale. “Spoke” è un ospedale “base”, che fa le cose essenziali, più o meno quello che attualmente esiste. Per il resto, è gregario degli altri più grandi, chiamati “hub”, verso cui vanno dirottati i pazienti più complessi. Insomma qualcosa di assai diverso e più limitato rispetto al “grande ospedale della sibaritide” che molti immaginavano e forse ancora immaginano. I bisogni di salute del nostro ampio territorio e dei cittadini che vi abitano sono assai numerosi ed è assolutamente giustificato pensare che il presidio ospedaliero della sibaritide, almeno in alcuni settori, in alcune specialistiche, debba essere al top delle prestazioni e porsi a riferimento per tutta la provincia e anche per la regione. Solo così si potranno quanto meno ridurre gli attuali “viaggi della speranza” di tanti, troppi malati! Anche questa possibilità, tuttavia, va costruita ora. Investendo in adeguati processi formativi e organizzativi. Con l’obiettivo di avere elementi in grado di apportare nuove tecniche, modelli avanzati e di fare scuola. In definitiva, si alla felicità per la firma del contratto dell’opera. Ma proprio per questo, occorre avviare immediatamente il lavoro duro ma necessario per costruire una buona sanità. I comitati, le associazioni, i partiti, i politici, i cittadini si guardino bene dal dormire i “sonni di gloria”. Siano consapevoli della lunga strada da percorrere e siano vigilanti ed operosi affinchè la si percorra nel migliore dei modi! Nicola Cosentino

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