E così dopo il lungo isolamento per il lockdown siamo tutti tornati ai nostri posti di combattimento.
Elmetto e baionetta a vista pronti all’uso per affrontare il nemico, chiunque esso sia senza alcuna distinzione.
Personalmente durante tutta la fase acuta dell’emergenza sanitaria non ne avevo sentito la mancanza. Forse anche per carattere!
È chiaro che è bastato riprendere la vita di sempre per accorgersi che tutto è così come l’abbiamo lasciato.
La paura provata sulla nostra pelle si è trasformata tuttavia in rabbia, a seguito delle preoccupazioni alle quali siamo terribilmente esposti nel nostro battesimo con il quotidiano. Nessuno escluso. Tranne forse pochissimi che non fanno testo.
Ma non è tutto, perché i primi segnali che arrivano dalla società, che nel frattempo ha ripreso il suo cammino dopo il cosiddetto “tutti al chiuso”, è che siamo piombati in un momento dove la propensione della gente è a dividersi.
Nessuno me ne voglia, ma è quanto riscontro nel mio piccolo spaccato di vita. Forse ci saremo aspettati una reazione diversa. Dal mio canto a onore del vero me lo auguravo.
A ben vedere le divisioni oggi fanno parte del nostro quotidiano. E forse resteranno a farci compagnia ancora per parecchio per come si sono materializzate.
Per non parlare delle paure che ci perseguiranno per le condizioni socio economiche, che inevitabilmente come Paese saremo costretti ad affrontare e che genereranno una marea di conflitti sociali.
Forse sarebbe ora che si andassero a analizzare questi aspetti di natura sociale e economica più nel particolare, in modo da prevenire l’irreparabile del quale confesso nutrisco una profonda paura.
Ma affinché tutto sarà gestito nella sua generalità, mettendo da parte il senso di responsabilità che, invece, dovrebbe venire fuori e che si richiede a ciascuno di noi, non so proprio a cosa andremo incontro.
Nicola Campoli
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