Nando Martellini e i suoi 100 anni di vita: la mia generazione

Campioni del mondo, campioni del mondo, campioni del mondo!“. Ho ben fisso nella mente quel triplice squillo di voce. Fu Nando Martellini a gridare a squarciagola quel manifesto di  vittoria, al termine della finalissima ai campionati del mondo di calcio del luglio del 1982 contro la Germania. Avevo poco più di quindici anni. Ero a Ischia e scesi in strada a festeggiare con fierezza porta do con me la bandiera tricolore. Sentivo l’orgoglio di essere italiano tra tantissimi tedeschi immobili e ammutoliti ai tavoli dei bar.

Mai avevo provato una così forte sensazione di contentezza e gioia, per una vittoria sportiva, per giunta inaspettata. Anche all’epoca, come oggi, dietro quel trionfo si intravedeva un Paese che voleva rinascere che aveva voglia di cambiare. Nando Martellini, che oggi avrebbe compiuto 100 anni, è passato insomma alla storia per aver pronunciato quelle parole, ripetute per tre volte, con l’entusiasmo di un ragazzino. Per la mia generazione fu una iniezione di fiducia e tanta energia. L’Italia così in una finale da batticuore si affermava nella competizione mondiale per la terza volta.

Martellini nasce il 7 agosto del 1921 a Roma, stessa città in cui morirà nel 2004. Confessato tifoso del Perugia ma sempre molto imparziale nel suo lavoro, rappresenta uno dei più grandi tele e radiocronisti della storia del calcio italiano. La sua esperienza lo portò a commentare la bellezza di quattro mondiali, a cui si aggiunge anche l‘Europeo del ’68 vinto dagli azzurri. Avrebbe dovuto essere presente anche a Messico 1986, ma un malore improvviso lo costrinse a restare in Italia. Sarà il momento in cui passerà il testimone al suo naturale successore: Bruno Pizzul.

Nicol Campoli

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