Si apre un nuovo anno ricco di incognite: Non farò mancare il mio impegno. Dalleconomia allambiente, alla buona amministrazione, lavorerò per il bene dei cittadini, soprattutto di quelli calabresi. È un anno ricco di incognite quello che attende il Paese ma, soprattutto, i calabresi. Per carità, non mi voglio sostituire a coloro i quali, dallalto di una carica istituzionale ben più rappresentativa della mia, corre lobbligo – ma mi piacerebbe piuttosto parlare di responsabilità, merce assai rara nel panorama politico, nazionale e locale – di dover rassicurare i cittadini italiani e, tra quelli che mi stanno più a cuore, i calabresi. Nonostante tutti i proclami dei Governi succedutisi nellultimo decennio, questo Paese ha ormai preso, in una sorta di rassegnazione più o meno colpevole, la triste via del declino: si sa che di buone intenzioni sono lastricate le vie dellinferno. Un inferno che i calabresi, in particolare, vivono quotidianamente tra la precarietà economica e lincertezza sulla qualità della terra in cui abitano, deturpata da una perenne emergenza ambientale e nella quale la faccia illegale del traffico dei rifiuti si confonde con quella legale. A guardare bene, dietro lo scempio di un Paese, Mezzogiorno ammaestrato compreso, cè – come unico comune denominatore – lirrefrenabile voglia di fare affari invece che politica, di piegare il bene comune allinteresse di pochi. Voglia della quale gli attuali partiti sono chiara espressione. Le recenti elezioni regionali calabresi hanno, poi, visto un cambio della guardia non difficile da prevedere, date le nefandezze commesse dallamministrazione scopellitiana, anticipatamente conclusasi via Legge Severino; così come hanno visto, purtroppo, lassenza di ogni rappresentanza del M5S nella massima istanza calabrese, grazie – oltre ad una legge fatta apposta per eliminarci – allinsignificante campagna elettorale condotta da improvvisati quanto improbabili generali. Ma le istanze dei calabresi devono continuare ad essere portate avanti: è troppo semplice accusare lelettorato di non averci votato. Bisogna fare un mea culpa ed andare oltre la politica di clan e prime donne: sin quando ci sarà bisogno di semplici cittadini, il mio impegno sarà garantito, oltre le bandiere di facciata e le occasioni da parata. Come semplice cittadino tra altri miei concittadini, non mancherò – insieme a tutti gli altri – di far sentire la mia voce in Calabria, anche senza leco della presenza del Movimento nelle istituzioni rappresentative regionali. E non mancherò di unire la mia voce a quella dei calabresi oppressi e tartassati da quelle istituzioni locali i cui rappresentanti pure hanno eletto; quegli stessi rappresentanti che si lasciano andare ad ogni allegra gestione amministrativa, fidando nellimpunità e nella complicità dellesempio di una pessima classe politica nazionale. A questo riguardo, proprio recentemente mi è corso lobbligo – morale e politico insieme – di chiedere conto del mancato intervento dei poteri pubblici intorno alla gestione del Comune di Cariati, su aspetti – peraltro – già evidenziati dallintervento dei competenti organi di controllo. In questo comune lo stesso futuro dei suoi abitanti e delle generazioni a venire è in pericolo. Ho sorriso alla lettura delle insulse farneticazioni del Sindaco nei miei confronti, segno evidente di resa ed impotenza. Se fida – lui come gli altri ras politici locali che avvelenano la vita civile dei calabresi – in una mia reazione che possa buttare in rissa la contestazione di fatti ben precisi, sbaglia di grosso. Farò, invece, tutto quanto è contemplato dalle mie prerogative istituzionali al fine di ottenere il rispetto delle leggi da lui come da parte di coloro che le violano e che – in modo ipocrita e grottesco – invocano a tutela dei loro abusi quella stessa democrazia che calpestano ogni giorno. Del mio lavoro, poi (voglio rassicurare il Sindaco di Cariati e chi per lui), parlano le cronache parlamentari: è un lavoro anonimo, come quello della maggior parte dei cittadini che vivono onestamente e con senso di responsabilità. Ma è un lavoro costante e che non poggia in logiche clientelari e/o presenzialiste. E di unaltra cosa voglio rassicurare tutti: non ho capi né padroni. Il popolo calabrese è il mio unico riferimento politico: a lui e a nessun altro ho vincolato il mio mandato e a lui e nessun altro lo rassegnerò, quando non sarò più in grado di garantire la mia libertà e la mia dignità personale, anche allinterno della forza politica a cui appartengo. Sono queste le semplici promesse di un anonimo cittadino giunto – perché mandato – nelle istituzioni a tutela delle legittime aspettative dei suoi concittadini: con tutti i miei limiti cercherò di concretizzarle. Avv. Francesco Molinari Cittadino eletto al Senato
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